Bradicardia, rimedi, diagnosi e prevenzione

di Redazione

 

Si parla di bradicardia quando il battito cardiaco di un adulto a riposo è inferiore alle 60 pulsazioni al minuto. In un giovane che pratica costantemente sport questo non è considerato un problema (si parla di cuore d’atleta), ma lo può essere in tutti gli altri casi, in quanto solitamente va considerata come un’aritmia legata ad altre malattie cardiovascolari. E’ dunque importante una diagnosi (anche delle cause) ed avviare le corrette terapie onde evitare rischi.

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Diagnosi di bradicardia

 

 

Non sempre la bradicardia comporta sintomi (come pure purtroppo altre malattie cardiovascolari), dunque è facile che si manifesti durante semplici controlli di routine. Altresì è importante recarsi anche da un cardiologo se si manifestano svenimenti, affanno, affatticamento ad ogni minima attività fisica, deficit di concentrazione o memoria: è probabile che in tal caso il suore non stia pompando abbastanza sangue e dunque gli organi non ricevano adeguare quantità di ossigeno.

Per la diagnosi il medico esaminerà i sintomi, l’anamnesi clinica e familiare e provvederà ad una serie di test per misurare la frequenza cardiaca. Tra questi troviamo:

  • Elettrocardiogramma (ECG o ECG), lo strumento essenziale per valutare qualunque anomalia del battito cardiaco. Da un risultato sul momento, per cui possono essere utili anche altre indagini diagnostiche come le seguenti:
  • Holter (un Ecg portatile che registra battiti e pressione sanguigna per 24 ore)
  • Registratore di eventi cardiaci (un ECG portatile che monitora l’attività cardiaca sul lungo termine-anche alcuni mesi. Si attiva solo quando si verificano i sintomi che possono essere correlati a un rallentamento del battito cardiaco, premendo uno specifico pulsante).
  • Ecocardiogramma (non registra i battiti cardiaci, ma può dare informazioni dettagliate ed utili sulla salute del cuore e la presenza di eventuali danni)
  • Esami del sangue (alla ricerca di condizioni di salute che possano provocare i sintomi di bradicardia come l’ipotiroidismo, uno squilibrio elettrolitico o un’infezione).

Se si sospetta che alla base della bradicardia ci sia anche un’apnea ostruttiva del sonno è probabile che il medico suggerisca test specifici anche per questa.

 

Rimedi e cure

Il trattamento per bradicardia dipende dal tipo di problema di conduzione elettrica che la provoca, dalla gravità dei sintomi e dalla causa della stessa.

Il primo step, fatta una diagnosi precisa, sarà quello di curare i disturbi di fondo, come l’ipotiroidismo, oppure cambiare l’eventuale terapia farmacologica che si sta seguendo e che può provocare bradicardia, ma solo previa valutazione del medico curante. Qualora questi accorgimenti non siano efficaci o possibili, può essere necessario l’impianto di un pacemaker (un dispositivo a batteria più piccolo di un celulare capace di monitorare il battito cardiaco e generare impulsi elettrici alla bisogna per stimolare il cuore).

 

Prevenzione

Il modo più efficace per prevenire la bradicardia è quello di ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiache. Se si è già affetti da queste problematiche sarà doppiamente importante seguire i piani terapeutici del caso. Per mantenere il cuore sempre in forma gli esperti consigliano:

  • esercizio fisico e dieta sana, povera di grassi e ricca di frutta, verdura e cereali integrali.
  • evitare il sovrappeso e l’obesità
  • manterere sotto controllo il colesterolo
  • mantere sotto controllo l’ipertensione
  • non fumare
  • non bere alcolici o farlo con moderazione
  • fare i controlli medici di routine
  • monitorare e curare con attenzione le malattie cardiache presenti e diagnosticate

 

 

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Foto: Thinkstock

Fonte: Mayo Clinic

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