Malattia di Peyronie (curvatura del pene)

di Redazione

La malattia di Peyronie comporta lo sviluppo di tessuto cicatriziale all’interno del pene, provocando in questo una curvatura (contrattura) anomala. Può verificarsi in circa l’1- 8% degli uomini, più frequentemente tra i 40 e 70 anni di età, è rara nei giovani. Scopriamone insieme cause, sintomi e cure.

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Quali sono le cause della malattia di Peyronie?

La causa esatta della malattia di Peyronie non è nota. Tuttavia, tutto ciò che può causare la placca o la formazione della cicatrice nel pene è un candidato causale probabile. I ricercatori hanno suggerito diversi agenti possibili, quali la carenza di vitamina E, l’utilizzo di farmaci betabloccanti, alti livelli di serotonina e predisposizione genetica, ma anche traumi vascolari lievi del pene (durante il sesso o sforzi atletici), che potrebbe ripresentarsi nel tempo, sembra possano portare alla formazione di cicatrici. Nonostante però queste ipotesi scientifiche, di certezze circa la causa di questa patologia ancora non ce ne sono.

 

Malattia di Peyronie, quali i sintomi?

I sintomi del morbo di Peyronie sono generalmente riconducibili alla combinazione di uno o più segnali che l’organismo invia all’uomo. Tra questi troviamo:

  • Insolita curvatura del pene (in erezione, a riposo, o in entrambe i casi)
  • Cicatrici o placca al tatto, in prossimità della curva anomala
  • Incapacità di avere rapporti sessuali

A tutto ciò si associa spesso un forte disagio emotivo, con sintomi d’ansia e stress.

Ci sono, in generale, due fasi della malattia. Quella iniziale, acuta, dura circa 18 – 24 mesi e di solito ha la componente di dolore più elevata; la fase cronica (inizia 18 – 24 mesi dopo primi sintomi) ha meno dolore, ma in questo stadio la placca o cicatrizzazione sono più refrattari al trattamento e possono dare il via a grandi depositi di calcio (placca calcificata o cicatrici).

 

Come si fa la diagnosi?

La base per la diagnosi clinica è nell’esame fisico del pene (che mostra la tipica curvatura, ma anche placche e cicatrici alla palpazione), abbinato alla sintomatologia (dolore con erezioni e / o sesso). Lo specialista di riferimento è in genere l’urologo. Non esistono esami del sangue specifici per questa malattia, anche se un antigene della cellula umana, HLA-B7 è stato associato alla Peyronie. In generale nessun test supplementare è necessario per la diagnosi anche se ecografie accompagnate ad iniezione intercavernose possono contribuire a mostrare al medico la vastità della cicatrizzazione, passaggio utile nel determinare i trattamenti.

 

Quale cura per la malattia di Peyronie?

Non esiste un trattamento che curi la malattia di Peyronie, ma diverse terapie atte a ridurne i sintomi: ecco quali sono

  • Terapia orale con vitamina E, colchicina, PABA e tamoxifene ( non funzionano si tutti i pazienti ed essenzialmente sono più indicati nella fase acuta)
  • Terapia iniettiva con combinazioni di farmaci di cui sopra e l’aggiunta di prostaglandina E1 o altri farmaci. Da solo o con ialuronidasi è stato utilizzato anche il betametasone con diversi gradi di successo. Un farmaco utilizzato per il trattamento della pressione alta (verapamil) sembra inoltre avere un buon potenziale nel fermare il progredire della malattia.
  • Iontoforesi (anche definito somministrazione elettromotrice o EMDA) dove verapamil e altri farmaci sono applicati alla pelle del pene e fatti assorbire con una corrente elettrica lieve.
  • Terapia con onde d’urto (fatto con un dispositivo litotritore come quelli utilizzati per rompere i calcoli renali) è stato utilizzato su placca e calcificazioni: successi di grado variabile, nella fase acuta.
  • Terapia chirurgica: in generale, si pratica quando altri metodi hanno fallito o il paziente è in fase cronica della malattia e la disfunzione erettile è parte dei suoi sintomi.

 

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Foto: Thinkstock

Fonte: Onhealth

 

 

 

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