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Ansia e psicoterapia come cura definitiva

L’ansia è una malattia molto comune che può comunque svilupparsi in modo più o meno grave. I farmaci per combattere questo disturbo sono tra i più utilizzati e purtroppo anche erroneamente. Spesso infatti si tratta di principi attivi in grado di tenere sotto controllo i sintomi e non in grado di offrire una cura definitiva. La cosa migliore da fare è spesso in questi casi abbinare ai farmaci la psicoterapia e/o la terapia cognitivo- comportamentale. Vediamo insieme di cosa si tratta.

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Disturbo di conversione, cura, prognosi e prevenzione

Un disturbo di conversione, noto in passato anche come forma di isteria, provoca nei pazienti una serie di disturbi neurologici, come l’intorpidimento, la paralisi di un arto, mutismo, sordità, cecità. Il tutto in assenza di una causa organica riscontrabile. In genere questi disturbi si manifestano dopo un forte stress psico-fisico, nell’immediato e/o all’improvviso.  Rientra nei disturbi psichiatrici secondo la classificazione del DSM-5 (ovvero del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali- quinta edizione).

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Disturbo di conversione, come si fa la diagnosi

Il disturbo di conversione è una condizione di salute mentale in cui una persona può sviluppare una serie di sintomi caratteristici di deficit neurologici o sensoriali che non possono essere spiegati con una malattia organica, in quanto esclusa da test diagnostici specifici. In genere ad esempio si manifesta con un blocco (parziale o totale) di alcune funzioni come la vista, l’udito o la possibilità di camminare. Un esempio può essere la paralisi di una gamba o la cecità dopo un incidente, laddove non vi siano lesioni fisiche riscontrate. Scopriamone insieme i dettagli, come fare la diagnosi ed avviare una terapia corretta.

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Disturbo di conversione cause sintomi

Disturbo di conversione, sintomi e cause

Il disturbo di conversione, noto anche come isteria di conversione rientra secondo il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico) delle malattie mentali nei cosiddetti disturbi somatoforfi (come l’ipocondria, il disturbo del dolore, quello di somatizzazione, e il disordine dismorfico del corpo). In particolare il disturbo di conversione è caratterizzato da una perdita funzionale neurologica e/o sensoriale improvvisa, conseguente solitamente ad un forte impegno psichico o emotivo. Da qui il termine conversione che indica il passaggio ad un deficit funzionale fisico, in assenza di cause organiche accertate.

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Disturbo di somatizzazione, cause, sintomi, cure

Con il termine “Disturbo di somatizzazione” si indica una condizione psichiatrica in cui una persona ha per lungo tempo (ovvero in modo cronico) dei disturbi fisici che coinvolgono una o più parti del corpo, senza una vera causa organica riscontrabile. Si hanno cioè delle condizioni di dolore ed altri sintomi, reali, vere, non simulate. Ecco le cause più comuni, i sintomi correlati e le eventuali terapie.

 

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Attacco di panico, come si cura

attacco panico

Gli attacchi di panico sono un’ improvvisa ed intensa paura accompagnati da sintomi somatici e cognitivi come palpitazioni, sudorazione improvvisa, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, tremore, brividi, vampate di calore, paura di morire.
Per curarli si usa una forma di psicoterapia cognitivo comportamentale che studi hanno dimostrato essere la più efficace e veloce; si tratta infatti di una psicoterapia breve fatta di sedute settimanali in cui il paziente assieme al medico si concentra sull’ apprendimento di modalità di comportamento e di pensiero più funzionali atti a spezzare i circoli viziosi che creano.

Ecstasy per migliorare gli effetti della psicoterapia

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L’ecstasy sperimentato in un particolare contesto, quello per il trattamento terapeutico di pazienti affetti da stress post-traumatico, sembra dimostrare una certa efficacia.
Lo rivela un piccolo studio di recente apparso sulla rivista Journal of PsychoPharmacology, una ricerca realizzata su un campione relativamente ridotto di pazienti, tutti veterani militari.
I ricercatori pensano che il farmaco riduca la paura che talvolta frena i pazienti dall’ottenere risultati soddisfacenti quando sottoposti a psicoterapia.