8 marzo, lotta ai decessi in gravidanza e durante il parto

di Redazione

Il numero di decessi per parto nei paesi sottosviluppati è pari a quella dei paesi occidentali di 100 anni fa.

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L’8 marzo è da un secolo il giorno della Festa della Donna, un occasione per ribadire, come hanno fatto recentemente alcune organizzazioni internazionali come White Ribbon Alliance, Amnesty International e Oxfam, che nel mondo il livello di mortalità delle donne durante il parto è un fenomeno ancora elevato, e che sarebbero necessari ulteriori provvedimenti per riuscire a diminuirlo. Uno degli otto obiettivi prefissati dalle Nazioni Unite all’interno del Millennium Development Goals, un ambizioso progetto per migliorare a livello mondiale lo stato di salute della popolazione, che comprende una serie di altre mission come la lotta all’AIDS e la lotta ad infezioni ed epidemie ancora mortali in molti paesi come malaria e dissenteria.

Secondo le organizzazioni il numero di decessi per parto nei paesi sottosviluppati è pari a quella dei paesi occidentali di 100 anni fa: mediamente per ogni 100.000 nati vivi nei paesi in via di sviluppo, 450 donne muoiono durante la gravidanza o il parto, le stesse cifre registrate in Inghilterra e Galles nel 1910.

In Ghana il tasso di decessi durante la gravidanza è di 560 decessi su 100.000, in Ciad è 1.500. Nel Regno Unito invece si ferma a 14 decessi.

Lo stesso Onu ribadisce in questi giorni che, anche se è difficile ottenere cifre precise sulla mortalità delle donne durante il parto e la gravidanza, nell’area sub-sahariana e nell’Asia meridionale i livelli restano comunque alti ad un livello inaccettabile.

In molti paesi sono stati fatti progressi considerevoli, come il Nepal ed in Ruanda, ed in Mongolia ottimi successi sono stati ottenuti grazie a campagne di informazione rivolti alle donne sui rischi ed i segnali che possono far presagire complicazioni e problemi durante la gravidanza, e dotandosi di strutture atte ad aiutare le donne a raggiungere le strutture ospedaliere al momento del parto.

Le organizzazioni internazionali sono convinte che molti dei problemi medici sarebbero facilmente superabili se le donne avessero maggior accesso a strutture sanitarie qualificate e ad operatori specializzati.

Un impegno che dovrebbe andare in parallelo con altri provvedimenti volti ad affrontare e prevenire altri aspetti importanti della maternità, dagli aborti attuati in condizioni di totale rischio alle gravidanze indesiderate.

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