Infuenza suina, positivo un caso di farmaco somministrato per via endovenosa

di Redazione

Un episodio, pubblicato sulla versione online della rivista The Lancet il 4 settembre, suggerisce ai medici una procedura inaspettata ma che in molti casi può salvare una vita nel caso di infezione da influenza suina.

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Inghilterra:22 anni, malata di cancro, aveva contratto l’influenza suina e le sue condizioni erano particolarmente gravi.
La situazione sembrava irrecuperabile, quando i medici hanno pensato di provare un metodo poco ortodosso: utilizzare uno dei farmaci più efficaci contro il virus influenzale, il Relenza, per via endovenosa.
Ha funzionato, e la donna, in gravi condizioni ha piano piano recuperato, in cinque giorni era in grado di respirare da sola e dopo una decina di giorni ha lasciato il reparto di terapia intensiva.

Questo episodio, pubblicato sulla versione online della rivista The Lancet il 4 settembre, suggerisce ai medici una procedura inaspettata ma che in molti casi può salvare una vita.

La situazione della donna era particolarmente grave perchè sottoposta a chemioterapia per un tumore, il suo apparato digerente non era in grado di far assorbire nel modo dovuto i farmaci, Tamiflu e Relenza, che non riuscivano a penetrare in maniera efficace nei polmoni pieni di liquido.

Il ricorso alla somministrazione endovenosa quindi è stato l’ultimo tentativo, per fortuna efficace.

La notizia potrebbe essere di grande interesse per tutti quei casi in cui il virus dell’influenza suina colpisce persone il cui organismo non riesca a difendersi efficacemente dall’attacco del virus H1N1.

Come riporta il CDC, il Centers for Disease Control and Prevention statunitense, dei 477 americani finora morti per l’influenza molti riportavano condizioni di salute tali per cui i farmaci non erano efficaci.

Le persone con malattie croniche come asma, diabete o cancro, e quelli con il sistema immunitario compromesso sono tra le persone più a rischio di conseguenze letali se contagiate dal virus dell’influenza suina.

Secondo i medici la procedura poco ortodossa potrebbe funzionare anche valutando l’impatto del Relenza sull’organismo: la donna in questione non ha mostrato effetti collaterali dall’assunzione del farmaco per via endovenosa, ed in generale il farmaco può essere assunto anche a dosi elevate. Inoltre può essere somministrato anche nei bambini dai sei mesi in su.

Le uniche zone ancora buie della questione riguardano le controindicazioni in pazienti con problemi renali e le donne in gravidanza, per le quali non si conosce fino in fondo quali possano essere gli effetti collaterali.

Fonte HealthDay

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