Danni neurologici causati dall’obesità

Il periodo natalizio, nel caso in cui non venga affrontato con la massima attenzione alla dieta, inevitabilmente causa un più o meno marcato accumulo di grasso corporeo che, proprio in questi ultimi giorni, stiamo cercando di analizzare allo scopo di prevenirlo o ridurlo all’indomani delle festività appena trascorse.

Nel dettaglio, riassumendo i nostri più importanti articoli sull’argomento, abbiamo scoperto come sia possibile superare le feste senza ingrassare seguendo una serie di utilissimi, benché estremamente semplici, consigli comportamentali e nutrizionali e come sia fondamentale proteggere il fegato grazie al tè rosso africano.

Oggi scopriamo però, grazie a due interessanti e differenti ricerche statunitensi pubblicate nel periodo natalizio sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Clinical Investigation, che l’obesità causerebbe non solo gravi danni fisiologici bensì ben più importanti danni neurologici a carico dell’ipotalamo, struttura del sistema nervoso centrale preposta alla regolazione dell’alimentazione.

Divenire obesi, secondo i due eminenti studi statunitensi relativi, il primo, ad opera dell’Università di Washington di Seattle, alla possibile perdita della funzione di controllo omeostatico dell’ipotalamo, il secondo, ad opera del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, alla possibile inibizione del ricambio cellulare, causerebbe la continua infiammazione, con conseguente formazione di tessuto cicatriziale, dell’ipotalamo che, in questo modo, perderebbe la propria capacità di regolare l’alimentazione e, in particolare, l’aumento e la diminuzione del peso corporeo, nonché la morte, per apoptosi, delle nuove cellule staminali neurologiche ipotalamiche che, non consentendo la sostituzione delle cellule danneggiate, causerebbe una generale e progressiva degradazione dell’intero sistema ipotalamico.

Sarebbe bene, dunque, al fine di ripristinare il corretto funzionamento dell’ipotalamo e delle sue originarie funzioni regolatrici, procedere ad un regime alimentare che consenta di dimagrire nel minor tempo possibile, pur con la naturale attenzione dovuta al paziente, così che si eviti il permanente danneggiamento del sistema.

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