Quando finirà l’allarme per la pandemia?

di Redazione

L'allarme resterà quindi tale fino a quando non si verificherà un miglioramento sensibile nella diffusione del contagio..

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nello scorso giugno aveva decretato il livello 6 per l’influenza suina, di fatto dichiarandola una pandemia, ci vorranno anni prima che questa ritorni ad essere riportata ai livelli di una normale influenza stagionale.
L’allarme resterà quindi tale fino a quando non si verificherà un miglioramento sensibile nella diffusione del contagio.
Ad oggi, tuttavia, non c’è ancora nessuna indicazione su quando ciò potrebbe accadere.
Nelle pandemie passate ci è voluto infatti diverso tempo perchè il virus diventasse meno contagioso, fenomeno che generalmente accade quando le persone cominciano a sviluppare gli anticorpi o si diffondono i vaccini: di norma in passato ciò avveniva nell’arco di due-tre anni.

Intanto le autorità sanitarie nazionali effettuano il monitoraggio regolare dei ceppi influenzali, fornendo i dati alle industrie farmaceutiche che possono grazie a questi elaborare i vaccini necessari.

Questo autunno la Cina ha inaugurato il primo programma di vaccino di massa, cosa che anche negli Stati Uniti ed in Australia è avvenuta sebbene con un target preciso, i bambini e gli operatori sanitari, due categorie particolarmente a rischio.

Nel suo ultimo rapporto l’OMS ha rivelato i dati del monitoraggio di questi mesi. Il ceppo di virus dell’influenza suina non è per il momento mutato in forma più pericolosa rispetto a quello individuato la scorsa primavera in Messico e negli Stati Uniti.

L’OMS ha anche dichiarato che nell’emisfero occidentale si registra una diffusione precoce di malattie influenzali, sia in Europa che in Giappone e soprattutto nelle grandi città.

Anche per Stati Uniti, Messico e Canada si sono registrati tassi più alti del normale di infezioni influenzali rispetto allo scorso anno.

I dati per le aree tropicali hanno registrato un livello di infezioni costante, ed un’alta intensità di malattie respiratorie.

Nell’emisfero meridionale tuttavia, le infezioni influenzali sono calate decisamente con la fine della stagione invernale, un andamento tutto sommato in sintonia con quanto avviene solitamente con le epidemie influenzali stagionali.

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