Dolore cronico: nuovi dispositivi elettronici, sempre più piccoli

di Redazione

Un piccolo congegno elettronico iniettabile, più piccolo di un chicco di riso, un giorno potrebbe prendere il posto degli stimolatori neurali finora utilizzati per il trattamento del dolore cronico.

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Un piccolo congegno elettronico iniettabile, più piccolo di un chicco di riso, un giorno potrebbe prendere il posto degli stimolatori neurali finora utilizzati per il trattamento del dolore cronico e di altri disturbi neurologici.
Il nuovo dispositivo, ideato da MicroTransponder, un azienda di Dallas negli USA, ed ora ancora in fase di sviluppo, può avere dimensioni così ridotte grazie all’uso di una moderna tecnologia, RFID (radio-frequency identification), la stessa impiegata nei dispositivi antitaccheggio dei negozi.

Il dispositivo funziona nello stesso modo degli stimolatori del midollo spinale, attualmente utilizzati per gestire i dolori cronici. Il meccanismo è semplice sebbene non ancora chiaro nella sua azione, il dispositivo emette delle scosse elettriche che si sovrappongono ai segnali di dolore trasmessi dal midollo spinale.

Gli apparecchi tuttora esistenti sono costituiti dalla batteria e dall’apparato di controllo, il tutto impiantato direttamente sotto pelle, collegati ad una serie di conduttori piazzati vicino al midollo spinale. Il dispositivo realizzato dalla MicroTransponder, al contrario, è wireless e non ha batterie, è semplicemente costituito da piccoli elettrodi ed una minuscola bobina, ed è alimentato da una batteria esterna che il paziente indossa come un braccialetto su gamba o braccio e che può controllare con l’utilizzo di un palmare o di un notebook.
Come altri dispositivi medici, il micro impianto è alimentato dalle onde radio trasmesse dalla bobina esterna che, generando un campo magnetico nella bobina interna riescono ad azionare gli elettrodi, il che permette di costruire delle apparecchiature sempre più piccole.
La ricerca è ancora in una fase sperimentale e per ora il prototipo realizzato è stato sperimentato con successo sui ratti, dei quali riesce a stimolare efficacemente il sistema nervoso periferico, sebbene non sia ancora chiaro se la stimolazione elettrica è in grado di alleviare il dolore cronico.
Gli scienziati possono valutare il dolore cronico nel ratto solo attraverso un’osservazione empirica: un ratto che prova dolore normalmente non mangia.
Chi è scettico sull’efficacia del dispositivo punta il dito soprattutto sulla possibilità che questo possa effettivamente, viste le sue ridotte dimensioni e la mancanza della batteria, fornire il giusto grado di impulsi elettrici, ma i responsabili della azienda americana sono fiduciosi anche se per ora, per problemi di brevetto non hanno rilasciato ulteriori informazioni sul funzionamento del dispositivo.

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