L’obesità provoca la riduzione del tessuto cerebrale.

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Una nuova ricerca ha rivelato che le persone anziane obese o in sovrappeso risultano avere il tessuto cerebrale significativamente ridotto rispetto alle persone con peso normale.
Che l’obesità fosse una condizione particolarmente rischiosa è risaputo, così come il fatto che essa è associata a fattori di rischio particolarmente elevati nello sviluppo di alcune malattie, come il diabete di tipo 2, le malattie cardiocircolatorie ed i tumori. Ora il nuovo studio, pubblicato sulla rivista on-line Human Brain Mapping, rivela che l’obesità influisce anche sulle facoltà cognitive.

I ricercatori hanno studiato la scansione dell’immagine cerebrale di 94 persone con età media di 70 anni, coinvolti in uno studio più generale su salute cardiovascolare e problemi cognitivi.

Al momento del reclutamento nello studio, nessuno dei partecipanti dimostrava sintomi di demenza senile né altri deficit cognitivi e quelli che durante i cinque anni di ricerca hanno invece dimostrato tali sintomi sono stati esclusi dallo studio.

Secondo i risultati coloro che sono considerati clinicamente obesi avevano il tessuto cerebrale ridotto di circa l’8%, mentre coloro che erano in sovrappeso rivelavano un 4% in meno di tessuto cerebrale, se entrambi erano messi a confronto con persone normopeso.

Gran parte del tessuto cerebrale perso era localizzato nelle aree temporale e frontale del cervello, proprio dove si trovano le sedi del processo decisionale e della memoria.

I risultati sembrano spiegare perché le persone con peso corporeo più elevato sono più esposti a disturbi di carattere cognitivo, tra i quali l’insorgere del Morbo di Alzheimer.

Le rivelazioni di questo studio non sembrano stupire più di tanto molti studiosi e ricercatori: la condizione di obesità influisce su tutti gli organi del corpo e sull’andamento generale negativo della salute, dunque poco movimento, poco esercizio fisico, basso flusso di sangue e quindi di ossigeno, i principali fenomeni che accompagnano l’obesità, possono influire anche sulle funzioni del cervello e sulla sua efficienza, alla lunga.

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