Tumore alla prostata e integratori alimentari

di Redazione

Continua la nostra indagine sugli integratori alimentari. Ad essere imputati, quest'oggi, sono la vitamina E e il selenio, responsabili di favorire l'insorgenza di tumori alla prostata.

Soltanto pochi giorni fa, presentando i risultati di un’interessante ricerca condotta in Finlandia sui possibili danni derivanti dall’assunzione eccessiva e prolungata nel tempo degli integratori alimentari, dal quale sarebbe emersa la possibilità, per i consumatori abituali, di vivere meno a lungo rispetto a quanti fanno un uso coscienzioso dei suddetti, parlavamo dell’importanza di ricorrere agli integratori multivitaminici soltanto dietro prescrizione medica o di comprovata necessità clinica, a causa, per esempio, del mancato assorbimento, mediante l’alimentazione, dei principali principi nutritivi.

COSA SONO GLI INTEGRATORI ALIMENTARI


Oggi, grazie ad ricerca presentata in questi giorni sulle colonne del Journal of the American Medical Association dagli esperti della Cleveland Clinic, abbiamo la possibilità di confermare la nostra ipotesi.

Secondo lo studio in questione, significativamente intitolato “Vitamin E and the Risk of Prostate Cancer: Results of The Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial”, esisterebbe la comprovata possibilità che un’assunzione smodata di integratori multivitaminici, specialmente se a base di vitamina E o selenio, comporterebbe l’aumento, del 17%, della possibilità di contrarre un tumore alla prostata.

TOSSICITÀ DEGLI INTEGRATORI VITAMINICI

Il test, condotto a partire dal 2001 su 35.000 volontari sani, avrebbe analizzato, nel corso di questi dieci anni, gli stili di vita nonché le abitudini alimentari dei soggetti intervistati .

Una volta equiparati i dati, ovverosia annullate dal confronto tutte le possibili cause note di insorgenza di tumore alla prostata, sarebbe emersa la scioccante rivelazione di cui sopra: molti dei 2279 pazienti affetti da tumore alla prostata alla fine dei dieci anni di studi, infatti, avrebbero contratto la suddetta proprio a causa dell’eccessivo consumo di vitamina E o selenio.

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