Perché l’ecstasy danneggia la memoria

di Redazione

Ecstasy

Le droghe fanno male, in particolare, l’ecstasy danneggia gravemente la memoria, questa droga sintetica che è la la più diffusa fra i giovani. Secondo un recente studio, anche un uso limitato può avere un effetto disastroso, anche “solo” dieci pastiglie all’anno (meno di una al mese) bastano per causare danni alla memoria considerevoli, da paragonare ad una prima fase di demenza.

Sono stati i ricercatori dell’Università di Colonia ad approfondire il grado di pericolosità corso dagli abituali consumatori di ecstasy. Fin dal primo momento in cui è comparso questo stupefacente gli esperti hanno discusso sull’effettivo pericolo a cui si sottopongono volontariamente soprattutto i giovani.

Qualcuno ha lanciato segnali molto allarmanti, definendo i consumatori futuri “zombie decerebrati”, al contrario del capo consulente del settore droga inglese che sdrammatizzava gli eventuali danni cerebrali, ritenendo l’uso di ecstasy “pericoloso quanto andare a cavallo”. Non a caso è stato sollevato dall’incarico.

In precedenti studi non si era riusciti ad arrivare a risultati concreti, i volontari che si erano sottoposti alle sperimentazioni non avevano un quadro clinico chiaro, non era certo che avessero sofferto in passato di vuoti di memoria, dunque, non si poteva stabilire se fosse davvero l’ecstasy la causa del problema.

Per aggirare l’ostacolo i tedeschi hanno arruolato 149 giovani che avevano già provato l’ecstasy e che avevano tutte le buone intenzioni di continuare a farlo. L’esperimento è durato un anno, i giovani sono stati monitorati tramite dei test condotti sulla memoria, sull’apprendimento, sulla velocità di elaborazione del pensiero e sull’attenzione. Nel corso dell’anno i volontari avevano fatto uso della droga artificiale da dieci a sessantadue pastiglie.

Tutti hanno mostrato chiari segni di deterioramento della memoria episodica, in pratica, non ricordavano avvenimenti della loro vita, anche molto remoti, che formano la storia della nostra vita. Lo stesso risultato è stato riscontrato anche in giovani che ne avevano fatto un uso limitato, meno di una pastiglia al mese.

Nonostante i risultati allarmanti sull’uso di ecstasy, c’è ancora chi ritiene valida l’ipotesi che si smette quando si vuole e che non ci sono danni cerebrali, è Valerie Currano, professore di psico-farmacologia dello University College di Londra) che contraddice gli esperti tedeschi sostenendo che le difficoltà mnemoniche possono manifestarsi in modo leggero durante l’assunzione della droga sintetica che termina nel momento in cui si smette di farne uso.

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