Una sola sigaretta è già nociva per l’organismo

di Redazione

a livello di espressione genetica anche una sola sigaretta risulta già dannosa per le vie respiratorie.

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Fumare un pacchetto e più di sigarette al giorno è sicuramente dannoso per i polmoni. Ma qual’è dunque il numero di sigarette giornaliere che si possono fumare senza provocare danni all’apparato respiratorio ed ai polmoni?
La risposta, secondo una recente ricerca realizzata presso il Weill Cornell Medical College presso l’Università di New York è chiara: nessuna.
I ricercatori hanno reclutato per lo studio 121 volontari sani, i quali sono stati sottoposti all’esame delle urine ed alla broncoscopia, una procedura che prevede il prelievo di tessuto cellulare nel rivestimento delle vie aeree, la prima area a venire a contatto con il fumo.

I volontari sono stati in seguito suddivisi a seconda della quantità di nicotina e cotinina presente nelle urine: i 40 volontari con livelli non rilevabili di nicotina e cotinina sono stati definiti come non fumatori, quelli con livelli bassi di queste due sostanze sono stati definiti come fumatori occasionali o esposti al fumo passivo. L’ultimo gruppo era costituito dai fumatori regolari e dai forti fumatori.

Confrontando la biopsia polmonare di tutti e tre i gruppi, i ricercatori hanno evidenziato come nei forti fumatori si contano 373 geni la cui espressione è condizionata dal fumo del tabacco.

Nei fumatori occasionali ed in coloro esposti al fumo passivo si è osservato come 128 geni risultavano attivati dal fumo della sigaretta, ed il 41% di questi sembrava presentare alterazioni anche nel caso dei fumatori passivi.

Successivamente i ricercatori hanno voluto verificare quali livelli di nicotina e cotinina fossero presenti nelle urine scatenassero il cambiamento nell’espressione genetica.

Per quanto riguarda la nicotina i ricercatori hanno osservato come anche a bassissimi livelli, 1,8 nanogrammi per millilitro, la nicotina provoca già delle alterazioni ai geni presi in considerazione.

Per la cotinina la soglia risulta leggermente più alta, 11 nanogrammi per millilitro, una soglia di poco più alta di quanto potessero misurare gli strumenti.

In una successiva analisi i ricercatori hanno inoltre evidenziato come due gruppi di geni che sembrano rispondere in modo più evidente alle sostanze presenti nel tabacco si attivano sia nelle vie respiratorie dei fumatori come nei fumatori occasionali.

Il che significa, secondo gli autori, che questi cambiamenti nell’espressione genetica sono probabilmente le prime anomalie biologiche a livello epiteliale provocate dal fumo, ed i primi segnali misurabili del danno ai polmoni.

Dunque anche un apporto minimo di queste due sostanze può di fatto risultare dannoso.

Lo studio è stato pubblicato online sulla rivista American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.

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