Esser felici riduce il rischio di malattie cardiache

di Redazione

Le persone felici sono meno a rischio di attacchi cardiaci e problemi cardiovascolari. Lo rivela una recente ricerca compiuta da scienziati del Columbia's Center for Behavioral Cardiovascular Health.

happyness

Le persone felici sono meno a rischio di attacchi cardiaci e problemi cardiovascolari. Lo rivela una recente ricerca compiuta da scienziati del Columbia’s Center for Behavioral Cardiovascular Health, grazie ad uno studio prospettico di ampie dimensioni compiuto su un campione di 1700 persone, uomini e donne, seguite per un periodo di 10 anni.
All’inizio dello studio, è stato valutato il rischio di problemi cardiaci in ogni paziente, il quale è stato associato al periodico monitoraggio di sintomi e condizioni che, in base ad una scala approntata dai ricercatori, valutasse il grado di felicità di questi. Tra le condizioni monitorate la rabbia, la depressione, sentimenti di ostilità e di malessere e l’espressione di stati d’animo ed emozioni “positive”: gioia, felicità, eccitazione, entusiasmo e soddisfazione.

I ricercatori hanno rilevato che per tutta la durata dello studio, le persone che apparivano più felici risultavano meno a rischio di malattie cardiache: per ogni punto, su una scala a cinque punti che valutata il grado di benessere e felicità, il rischio di malattie cardiache è sceso del 22 per cento.

La gente che presentava invece più evidenti sintomi di infelicità nel 22% dei casi risultava maggiormente a rischio di infarti ed angina.

Anche le persone generalmente felici, ma che presentavano qualche sintomo di depressione non hanno visto aumentare il rischio di problemi cardiaci.

Lo studio, pubblicato a febbraio su European Heart Journal, secondo i ricercatori suggerisce che le persone che sono più felici sviluppano maggiori fattori protettivi per il cuore, e tra questi la tendenza ad adottare stili di vita più sani, a dormire meglio ed affrontare con maggior positività le situazioni di stress, impedendo così lo sviluppo di tossine ed altri effetti negativi nell’organismo che possono andare ad interessare anche la funzionalità cardiaca.

Tali risultati potrebbero essere di aiuto a sviluppare, in futuro, trattamenti terapeutici volti a scongiurare il rischio di problemi al cuore lavorando proprio sullo stato di benessere del paziente.

Ma, come fa notare, commentando lo studio, il Dott. Gregg C. Fonarow, professore di cardiologia presso l’Università della California e co-direttore del Preventive Cardiology Program UCLA, se è evidente che benessere e felicità sono fattori che riducono il rischio, è bene ricordarsi che sono molti altri i fattori di prevenzione da tenere ben in considerazione, come l’esercizio fisico, la dieta, il monitoraggio dei livelli di colesterolo e pressione sanguigna, e la rinuncia a fumare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>