Vasectomia e tumore alla prostata, non aumenta il rischio

di Redazione

Per lungo tempo si è ritenuto che la vasectomia (un metodo per il controllo delle nascite) aumentasse significativamente il rischio di sviluppare il cancro alla prostata e di morire di questo. Ora da un nuovo studio scientifico ad hoc arriva qualche rassicurazione, che potrebbe dare un input maggiore a questa forma di contraccezione maschile. Vediamo nel dettaglio cosa dice.

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Lo studio dell’American Cancer Society sulla vasectomia ed il tumore alla prostata

Gli epidemiologi dell’American Cancer Society hanno analizzato più di 7.000 casi di decessi per cancro alla prostata in 30 anni di follow-up (l’ultimo studio al riguardo, quello che metteva in allarme, era stato condotto presso l’Università di Harvard ed aveva analizzato “solo” 800 casi) senza trovare una decisiva connessione tra la neoplasia e la vasectomia. Nello specifico Eric Jacobs-autore dello studio- con altri colleghi ha esaminato i dati relativi a 364.000 uomini dai 40 anni in su, afferenti al Cancer Prevention Study II. Su questi circa 42.000 uomini si erano sottoposti a vasectomia (un intervento chirurgico che blocca o taglia i tubicini che conducono lo sperma dai testicoli al canale esterno), nonostante fossero a conoscenza dei rischi del tumore alla prostata. Un’analisi parallela e correlata ha inoltre valutato 66.000 pazienti con diagnosi di tumore alla prostata a partire dal 1992: sulla base di questi dati non è risultato alcun legame tra vasectomia ed il rischio complessivo di sviluppare questa neoplasia.

Ha spiegato Jacobs:

“La vasectomia è un metodo efficace ed economico a lungo termine per il controllo delle nascite. Questo nuovo ed ampio studio fornisce qualche rassicurazione: è improbabile che la vasectomia aumenti il rischio di cancro alla prostata e la mortalità.”

I risultati sono stati pubblicati on-line nel Journal of Clinical Oncology .

 

Cosa diceva il vecchio studio sul tumore alla prostata correlato alla vasectomia?

Il precedente studio (il Professionals Follow-up Study)  che metteva in allarme circa la pratica della vasectomia, messo a punto dagli scienziati della Harvard School of Public Health,  era stato pubblicato nel Luglio del 2014 sulla medesima rivista scientifica ed aveva avuto un ampio seguito, anche nei mass media a tal punto da innescare serie preoccupazioni negli uomini che si erano sottoosti a tale intervento o volevano farlo: aveva stabilito un aumento del rischio di cancro alla prostata generale del 10 % ed un aumento della mortalità per tale patologia del 20%.

“Non è chiaro il perché questi due studi ci portano a conclusioni così diverse- ha affermato Jacobs- ma va notato che l’aumento del rischio di cancro alla prostata osservata nell’ Health Professionals Follow-up Study era relativamente piccolo (in relazione al numero di casi analizzati ndr ) e quindi i risultati finali, non sono poi così diversi. A volte i risultati di alcuni studi differiscono per un solo caso quando si parla di percentuali e piccoli numeri.”

 

Il tumore alla prostata

L’American Cancer Society riporta che 1 uomo su 7 negli Stati Uniti potrebbe avere una diagnosi di cancro alla prostata durante la sua vita. Dopo il tumore alla pelle (non-melanoma) è la forma di cancro più comune negli uomini ed è anche la seconda causa di morte nel genere maschile, ma questo non deve spaventare perché comunque si tratta di una neoplasia facilmente curabile con la chirurgia e la radioterapia. Inoltre, poiché nella maggioranza dei casi ha una crescita lenta, è più probabile che l’uomo muoia di altre cause prima che questo tumore invada l’organismo a tal punto da diventarne fatale. Non esistono attualmente trattamenti capaci di ridurre efficacemente il rischio di cancro alla prostata, tuttavia la diagnosi precoce è associata a un miglioramento dei risultati. L’esame del sangue del PSA (Antigene Prostatico Specifico) è il metodo di screening standard per il cancro alla prostata. Con questo test si analizzano i valori dell’antigene prostatico specifico che è una proteina prodotta dalle cellule della ghiandola prostatica i cui livelli sono alti in caso di tumore. Nonostante ciò il dibattito scientifico è ancora aperto circa il valore degli screening con PSA. Le linee guida più recenti suggeriscono un approccio su misura per lo screening del cancro alla prostata, tenendo conto di fattori come la storia familiare.

Ha concluso Jacobs :

“Il fumo e l’obesità sono stati costantemente collegati con un più alto rischio di cancro alla prostata fatale”

Il che deve indurre a limitare questi rischi, mantenendo un peso sano ed evitando di fumare.

 

 

Per approfondimenti leggi anche:

 

Foto: Thinkstock

Fonte: Health24

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