Conflitto di interessi dietro alla pandemia di influenza suina?

di Redazione

Se è normale che scienziati e ricercatori lavorino per le industrie farmaceutiche è anche vero che l'OMS non lo ha dichiarato apertamente nei suoi documenti riguardanti la recente pandemia, un segno di poca trasparenza.

microscopio

Alcuni scienziati che avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare lo scorso anno la pandemia di influenza suina sarebbero stati legati in qualche modo alle industrie farmaceutiche che per prime avrebbero tratto profitto dallo stoccaggio dei farmaci anti-influenzali.
Lo rivela il British Medical Journal sostenendo che se il legame di questi era già noto in altre pubblicazioni, nei documenti dell’OMS non se ne faceva menzione.

Quanto riporta la rivista medica fa parte di un rapporto curato da Consiglio di Europa, che con questo denuncia la mancanza di trasparenza verificatasi nella gestione della pandemia di influenza suina.

Le linee guida dell’OMS per i governi, che raccomandavano di fare scorte di farmaci antivirali risalgono al 2004, e in seguito a queste in tutto il mondo i governi hanno cominciato ad immagazzinare ingenti quantità di due farmaci in particolare, il Tamiflu della Roche ed il Relenza, fabbricato da GlaxoSmithKline.

Ad un anno dalla dichiarazione di pandemia le scorte giacciono inutilizzate nei magazzini, e molti governi stanno tentando di recedere dai contratti avviati con le industrie farmaceutiche.

British Medical Journal e Bureau of Investigative Journalism hanno verificato che tre degli scienziati che avevano partecipato a stilare le linee guida nel 2004 erano stai in passato legati finanziariamente sia a Roche che alla GlaxoSmithKlein, per ricerche e consulenze.

Anche se gli scienziati coinvolti avevano dichiarato il loro legame pubblicamente su altri documenti, non era stato invece reso abbastanza trasparente nelle iniziative dell’OMS riguardo alle pandemie influenzali. Né questa si era preoccupata di avvisare i governi dell’esistenza di questo evidente conflitto di interessi.

Se a ciò si aggiunge il fatto che il nome dei 16 scienziati del Comitato di Emergenza che ha consigliato il presidente dell’OMS Margareth Chan a dichiarare la pandemia sono tenuti segreti, è chiaro che l’organizzazione internazionale non sembra aver agito con il massimo della trasparenza.

Se è normale che scienziati e ricercatori lavorino per le case farmaceutiche, la prassi vuole che siano apertamente dichiarati i possibili conflitti di interessi sottostanti a determinate relazioni e ricerche: la conseguenza principale di aver omesso questa comunicazione, commentano dalla BBCNews che riporta la notizia, è che in questo modo l’OMS presta troppo facilmente il fianco alle critiche ed ai sospetti su come è stata gestita la pandemia lo scorso anno.

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