La carenza di una proteina rivelatrice di possibile gravidanza extrauterina

di Redazione

Le donne con gravidanze extrauterine hanno livelli più bassi di una particolare proteina.

embrione

Le donne con gravidanze extrauterine hanno livelli più bassi di una particolare proteina. Questa scoperta, fatta da ricercatori dell’Università di Edimburgo, potrebbe essere di grande aiuto per lo sviluppo di un semplice test per scoprire le gravidanze extrauterine in tempo utile.
La gravidanza extrauterina, denominata anche ectopica, accade quando il feto si sviluppa al di fuori dell’utero, come nelle tube di Fallopio, nel collo dell’utero o nelle ovaie, è una condizione che può mettere a rischio la salute della donna, perchè può causare gravi emorragie interne dovute al fatto che il feto, ingrossandosi, può provocare la rottura degli organi che lo ospitano.

Per tutelare la salute della madre le gravidanze extrauterine vengono interrotte.

Attualmente per scoprire se il feto si sta sviluppando in una posizione anomala è necessario ricorrere ad esami molto laboriosi, che prevedono sia ultrasuoni sia esami del sangue accurati e mirati.

Nella maggior parte dei casi la gravidanza extrauterina non viene individuata durante le prime visite dal medico o in ospedale, il che mette a grave rischio la salute della donna.

La scoperta degli scienziati dell’Università di Edimburgo, che nelle gravidanze extrauterine risultano bassi livelli di una proteina, la B activina, potrebbe essere quindi la chiave per creare un test che rilevi i livelli di questa proteina nel sangue, una procedura che risulterebbe decisamente più economica e preventiva rispetto a quelle attualmente in uso, e permetterebbe una diagnosi precoce di grande utilità per contrastare questa pericolosa condizione.

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