ora vogliamo parlare di quali sono i metodi che vengono utilizzati per assumerla e gli effetti che provoca
La pianta di coca viene assunta dalle popolazioni del Sud America che vivono alle pendici delle Ande che la masticano, ma contrariamente a quanto si pensi, ha solo un effetto eccitante come una tazzina di caffè e gli effetti sull’organismo sono irrisori.
Il modo più comune per assumere questa sostanza è l’inalazione, in cui la cocaina in polvere viene messa su una superficie piana ed allineata in strisce quindi, con una cannuccia viene inalata.
Gli effetti sono immediati e durano da 20 minuti circa a qualche ora e l’assorbimento nel sangue avviene attraverso la mucosa nasale (in cui vengono introdotti anche diversi microbi).
Oppure la cocaina può essere messa su un foglio di alluminio che viene scaldato e ne vengono inalati i vapori con una cannuccia.
Per l’inalazione dei vapori ci sono due tipologie e sono state create due preparazioni: Freebase e Crack.
Il freebase è la forma basilare della cocaina cloridrato, ossia quando la cocaina viene trasformata in sali (solubili in acqua) nell’alcaloide base.
Una volta che la cocaina cloridrato viene disciolta in acqua, viene aggiunta ammoniaca in modo da eliminare i protoni in eccesso.
Dopo si aggiunge alla soluzione etere etilico in quanto il freebase è insolubile in acqua ma altamente solubile nell’etere etilico, il che significa che prepararlo è molto pericoloso a causa del rischio esplosioni.
Il Crack invece si ottiene mischiando una parte di cocaina cloridrato e una base, come il bicarbonato di sodio. Il crack è molto più diffuso del freebase in quanto non dovendo effettuare il taglio con etere, è meno pericolosa la preparazione.