Un “cavallo di Troia” per sconfiggere i tumori

di Redazione

Un team di ricercatori australiani hanno infatti sperimentato con successo negli animali da laboratorio una strategia di attacco alle cellule cancerose ispirata al “cavallo di Troia”.

cavalloditroia

Ancora oggi la brillante strategia militare con la quale Ulisse riuscì a penetrare le difese dell’invincibile città di Troia, il famoso cavallo di legno, è una dei più efficaci strumenti di attacco che l’arte bellica abbia mai ideato.
E ciò vale in egual modo, se, invece della conquista di una città, si tratta di sconfiggere uno dei nemici più pericolosi della salute umana, il cancro.
Un team di ricercatori australiani ha infatti sperimentato con successo negli animali da laboratorio una strategia di attacco alle cellule cancerose ispirata proprio al “cavallo di Troia”.

Attualmente, le cure con chemioterapia e radioterapia presentano effetti collaterali notevoli dovuti al fatto che l’attacco che viene portato alle cellule cancerose coinvolge anche le cellule sane circostanti, provocando un’infinità di problemi che possono inficiare il successo terapeutico.

Non solo, diversi studi hanno infatti appurato che, sebbene l’attacco farmaceutico riesca a distruggere la maggior parte delle cellule cancerose, quelle che riescono a sopravvivere producono proteine in grado di resistere ad ulteriori attacchi dei medicinali.

L’evoluzione delle cellule tumorali quindi rende inutile in molti casi la cura chemioterapica.

La nuova strategia messa a punto dagli scienziati australiani ha avuto un successo del 100% su topi da laboratorio, utilizzando mini cellule (EDVs) che in un primo momento penetrano nella cellula cancerosa rilasciando molecole di acido ribonucleico (chiamate siRNA) che impediscono alla cellula cancerosa di sintetizzare le proteine difensive.

A questo punto entra in azione una seconda ondata di mini cellule che, potendo penetrare nel nucleo non più difeso dalle proteine, liberano all’interno di questo il farmaco chemioterapico, distruggendo la cellula.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Biotechnology, è un passo avanti in una frontiera, quella dell’interferenza dell’RNA, il meccanismo che provoca nelle cellule l’inibizione dell’espressione genetica, che sembra promettere in futuro eccezionali risultati nella lotta ad alcune delle malattie più gravi dell’epoca, dai tumori all’HIV.

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