Influenza suina e gesti quotidiani

di Redazione

Ci sono una serie di comportamenti abituali e gesti che compiamo quotidianamente dei quali trascuriamo la capacità potenziale di essere facilitatori del contagio da influenza.

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L’influenza suina è alle porte, e la preoccupazione di essere contagiati probabilmente in molti ha già stimolato il ricorso ad una serie di precauzioni per evitare il contagio, come l’utilizzo delle mascherine o il lavarsi le mani con più cura e frequenza.
Tuttavia ci sono una serie di comportamenti abituali e gesti che compiamo quotidianamente dei quali trascuriamo la capacità potenziale di essere facilitatori del contagio, aumentando la possibilità di essere attaccati dal virus.
Vediamone alcuni:

Eccessiva ansia e preoccupazione. L’influenza suina, almeno fino ad oggi si è dimostrata piuttosto blanda se non per alcune categorie particolarmente a rischio, come le donne in gravidanza, gli anziani, i bambini, le persone immunodepresse.

Per gli altri si tratta di una malattia che ha un decorso analogo quello della normale influenza stagionale, e molti di coloro che ne sono stati colpiti sono totalmente guariti, senza conseguenze.

L’ansia e l’eccessiva preoccupazione quindi sono nocive per l’organismo, perchè provocano una serie di sintomi, come reflusso acido, insonnia, depressione ed irritazione che influiscono sul buon funzionamento del sistema immunitario. Insomma, più ci preoccupiamo e più indeboliamo il nostro organismo.

Fumare. Il fumo danneggia sia le vie respiratorie superiori che i polmoni, che oppongono meno resistenza alla penetrazione del virus. E, visto che è provato che il virus dell’influenza suina penetra più in profondità nei polmoni della normale influenza, i fumatori cronici potrebbero incorrere in complicanze dovute al fatto che i loro polmoni sono già in parte compromessi.

Esercizio fisico esagerato. Fare ginnastica e mantenersi fisicamente attivi è naturalmente un’attività più che salutare per il nostro organismo. Però è sconsigliato sottoporsi ad esercizi o a sforzi così faticosi e prolungati, accompagnati per esempio da un’eccessiva disidratazione, ad un alimentazione che non supplisce l’energia persa o ancora al poco sonno, che possano lasciare il fisico esausto e stressato, più vulnerabile quindi all’attacco virale.

Indossare le mascherine. E’ provato che le mascherine proteggono dall’infezione, in determinati ambienti esse sono efficaci ed indispensabili. Ed aiutano chi è contagiato a non diffondere il virus troppo facilmente.

Tuttavia sulla mascherina si possono accumulare una grande quantità di virus, per cui è necessario, prestare molta attenzione a come la si maneggia, soprattutto quando la si toglie dopo un uso prolungato, perchè potrebbe essere un vero e proprio ricettacolo di germi, soprattutto nella parte frontale. Evitare di toccarla con le mani se non negli elastici di sostegno, e di passarla vicino al naso o alla bocca. Una volta gettata via lavarsi le mani.

Medicinali. C’è preoccupazione nella comunità medica sull’uso intensivo e smodato di farmaci come il Tamiflu che alcuni prendono anche se non è necessario. Ciò potrebbe permettere al virus di diventare resistente al farmaco, con la conseguenza che questo potrebbe poi non essere efficace per le persone che potrebbero averne una reale necessità.

Preoccuparsi troppo poco. Se preoccuparsi troppo può essere nocivo, anche trascurare il pericolo di contagio con comportamenti dettati dall’assoluta indifferenza o dalla sicurezza che si è forti a sufficienza per sopportare il contagio è altrettanto nocivo. Prendere con la dovuta attenzione e rispettare la prevenzione è la giusta via di mezzo.

Fonte HealthDay

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