Test su marcatori genetici che predicono la TBC

di Redazione

Anticipare la diagnosi della tubercolosi sarebbe di grande utilità per predire la forma conclamata del male, che è anche quella durante la quale si diffonde l'infezione.

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La tubercolosi è un male che colpisce ancora milioni di persone ogni anno, e la lotta contro questa malattia impegna ogni giorno migliaia di scienziati e ricercatori. Uno degli obiettivi più importanti è quello di realizzare test che possano predire la tubercolosi che siano facili da applicare ed economici.
Di recente un’equipe di ricercatori internazionali è riuscita a predisporre un test basato sull’esame del DNA nel sangue. Una sorta di impronta digitale nel DNA che permetterebbe di identificare quali portatori del bacillo della tubercolosi potrebbero un giorno essere colpiti dalla malattia conclamata e diffondere l’infezione.

Tale test consentirebbe una diagnosi precoce, ed il trattamento anticipato della malattia potrebbe potenzialmente essere efficace nel salvare molte vite.

La ricerca, pubblicata su Nature, è importante, anche se necessita ancora di ulteriori studi prima di diventare applicabile a livello clinico.

Solo una persona su dieci, infettata dal bacillo della tubercolosi vede svilupparsi la forma attiva della malattia.

Attualmente però, anche se esistono esami sulla pelle e del sangue che permettono di stabilire se è presente l’infezione, ma, in mancanza di sintomi, è difficile predire chi dall’infezione svilupperà la malattia conclamata e quindi sarà a rischio per la propria salute e contagioso per gli altri

I ricercatori inglesi sudafricani e statunitensi che hanno realizzato la ricerca hanno esaminato quella che potrebbe essere definita come la firma genetica presente nel sangue delle persone con la tubercolosi in stato di sviluppo.

Gli stessi marcatori genetici sono stati rilevati anche nel 10% delle persone con la forma latente della malattia, indicando che questi potrebbero essere coloro che in seguito svilupperanno la forma attiva della tubercolosi.

Questi pazienti saranno quindi d’ora in poi seguiti per verificare se la tesi del marker genetico è effettivamente valida.

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