Sindrome ovaio policistico, i sintomi e la possibilità di gravidanza

di Redazione

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo di natura endocrina in cui i livelli degli ormoni necessari al sistema riproduttivo femminile sono anormali a tal punto da determinare una ovulazione irregolare se non una totale anovulazione. Questo fa dell’ovaio policistico una delle cause più comuni di infertilità nelle donne. Il nome della sindrome però deriva dalla caratteristica fisica che assume questa condizione: le donne affette da ovaio policistico sono caratterizzate spesso a livello ecografico, da tante piccole cisti alle ovaie (anche se si possono avere cisti e non soffrire di questa problematica e dunque un’evoluzione normale). Scopriamone qualcosa in più.

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Quali sono i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico?

I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico sono piuttosto vari e di diversa intensità a seconda delle donne. Possono comunque comprendere:

infertilità

• ovulazione irregolare o assente (anovulazione)

amenorrea (assenza del ciclo mestruale mensile) o oligomenorrea (cicli mestruali irregolari)

acne

capelli e pelle grassa

aborto spontaneo ricorrente

• tendenza all’obesità

irsutismo (soprattutto sul mento, sopra al labbro, intorno ai capezzoli o sull’addome)

• ovaie policistiche durante l’esame ecografico

• insulinoresistenza

alti livelli di androgeni (gli ormoni maschili, da qui anche l’irsutismo)

elevati livelli di LH (ormone)

In genere si arriva alla diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico solo da adulte quando uno o più di questi sintomi alterano la qualità della vita. Tra tutti, la possibilità di avere una gravidanza.

Sindrome dell’ovaio policistico e gravidanza

I livelli ormonali anomali correalati all’ovaio policistico incidono sull’ovulazione. Senza questa ovviamente il concepimento è impossibile (manca l’ovulo che lo spermatozoo deve fecondare), ma anche con un’oligovulazione o ovulazione irregolare, le possibilità si riducono drasticamente. In più purtroppo alcuni studi scientifici ed epidemiologici hanno evidenziato come la PCOS possa aumentare il rischio di aborto spontaneo fino al 20% – 40%, che è il doppio di quella nella popolazione generale.

Non è ancora chiaro il motivo per cui questo avvenga, ma esistono alcune teorie abbastanza plausibili:

• scarsa qualità degli ovociti fecondati a causa dell’ovulazione prematura o tardiva

• resistenza all’insulina

• ambiente della mucosa uterina sfavorevole all’impianto corretto dell’embrione (a causa di livelli ormonali anomali associati con PCOS)

La diagnosi

Non è facile stabilire con precisione la diagnosi di ovaio policistico, non a caso definito come sindrome. Nel corso degli anni i criteri diagnostici sono stati più volte modificati. Oggi si tende a parlare di PCOS in presenza di almeno 2 delle seguenti condizioni:

Cicli mestruali irregolari o assenti, provocati da anovulazione cronica

Alti livelli di androgeni nel sangue (o sintomi esterni di questi come l’irsutismo e l’acne)

Ovaie policistiche

Inoltre, vanno escluse le altre possibili cause di anovulazione (come l’iperprolattinemia, tumori o l’iperplasia surrenalica congenita). Più in generale saranno fatte oltre l’ecografia, delle analisi del sangue per controllare i livelli ormonali, quelli di zucchero (per l’ insulino-resistenza), e di lipidi nel sangue.

Delle terapie possibili esistono, ma sono strettamente collegate al desiderio circostante di una gravidanza e dipendono dalla sintomatologia generale e specifica che si vuole tenere sotto controllo. Se non si cerca un bambino la pillola anticoncezionale è spesso la terapia d’elezione, in caso contrario esistono farmaci che possono aiutare il concepimento in presenza di ovaio policistico ed anovulazione. Importante è quindi sempre parlarne con il proprio medico ginecologo.

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Foto: Thinkstock

 

 

 

 

 

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