Vitiligine, una cura è stata finalmente trovata

di Redazione

Grazie ad uno studio effettuato in Italia, l'Istituto Dermatologico San Gallicano ma sviluppato in Francia dal dottor Yvon Gauthier, è stato introdotto un nuovo metodo terapeutico che consiste nel trapianto autologo di melanociti.

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Parlando di vitiligine e delle diverse tipologie con le quali si presenta la malattia, si dice che non esista una cura che aiuti a far tornare il pigmento sulle zone colpite, ma sembra che si intraveda uno spiraglio con delle nuove tecniche innovative.
Infatti, grazie ad uno studio effettuato in Italia, l’Istituto Dermatologico San Gallicano ma sviluppato in Francia dal dottor Yvon Gauthier, è stato introdotto un nuovo metodo terapeutico che consiste nel trapianto autologo di melanociti.



Questa tecnica risulta essere poco invasiva ma dà degli ottimi risultati in campo estetico ed è facile da realizzare; in più viene utilizzato anche il laser e la luce ad eccimeri per favorire la ripigmentazione delle macchie bianche.
Questa tecnica è molto mirata e colpisce solo la zona da trattare, a differenza della fototerapia che irradia tutto il corpo, quindi risulta non avere effetti collaterali.
Ricordiamo che la vitiligine non è una malattia contagiosa e nemmeno un semplice disturbo estetico poichè vi sono delle implicazioni di tipo sistemico che vengono collegate ad essa.
Prima di tutto questo disordine delle cellule della pelle è un fattore genetico anche se le cause ad oggi sono ancora da chiarire.
La tecnica di trapianto autologo di melanociti prevede il prelievo di una piccola porzione epiteliale del cuoio capelluto che viene poi trattata in modo da creare una dissociazione di cellule che poi verranno iniettate in bolle appositamente create con la crioterapia nella zona colpita da vitiligine.
Dopo 10 giorni si procede alla stimolazione delle cellule impiantate e dei melanociti con il laser ad eccimeri, in modo da ripigmentare tutta la zona colpita.
Finalmente quindi una possibilità di guarigione ed un ritorno ad una vita normale per i malati che spesso cadono in depressione a causa dell’inadeguatezza che i soggetti colpiti provano dettata dalla convinzione di sentirsi diverso.

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