Identikit dei comportamenti green

di Redazione

I comportamenti ecologisti dell'italiano "green" sono stati identificati da Fondazione Impresa grazie ad un interessante questionario sul tema.

Una recentissima indagine condotta da Fondazione Impresa, da sempre attiva nel campo della green economy e dell’ecosostenibilità delle PMI, avrebbe stilato l’identikit dell’italiano ecologista.

Secondo Fondazione Impresa, in particolare, l’italiano “green” sarebbe la donna del nord, dotata di un’istruzione medio alta e relativamente giovane (età compresa tra i 35 ed i 54 anni).


Questa tipologia di italiano, infatti, sarebbe quella maggiormente sensibile ai temi del riciclo, del consumo di alimenti bio, dello spreco delle riserve idriche e, in generale, di tutti gli argomenti correlati all’ecologia e alla preservazione degli equilibri naturali.

A seguire, invece, troviamo donne più anziane (età superiore ai 54 anni) sia del nord che del sud, comunque dotate di un titolo di studio medio-alto.

Peggio di tutti fanno gli uomini, in particolare i meridionali di età superiore ai 54 anni che possono vantare un titolo di studio medio-basso.

Sembrerebbe, dunque, che il tasso di istruzione e l’età degli intervistati (circa 600 distribuiti in tutta Italia) abbiano influenzato moltissimo sul risultato del questionario facendo emergere come i giovani, piuttosto che gli anziani, e le persone colte, piuttosto che quelle poco istruite, abbiano, nel corso degli anni, meglio recepito l’importanza di vivere in modo ecosostenibile.

COMPORTAMENTI ECOLOGISTI

Analizzando i comportamenti ecologisti adottati dagli italiani è emerso come il tema più caro agli intervistati sia quello dello spreco dell’acqua. Il 94,8% dei cittadini del Bel Paese, infatti, adotta comportamenti che potrebbero influire sulla durate delle riserve idriche.

A seguire troviamo l’utilizzo di lampadine a basso consumo energetico con l’88,8% della popolazione seguito dall’84,5% di quanti consumano alimenti biologici. Gli ultimi due posti della top five, invece, sono occupati dal non utilizzo di impianti di riscaldamento o di raffreddamento (82,5%) e dall’adesione alla raccolta differenziata (75%).

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