Nuovo test genetico indica quando è necessaria la chemioterapia per tumore al seno

di Emma

Disponibile anche in Italia un nuovo test genetico per indicare quando la chemioterapia sia davvero necessaria dopo un intervento per il tumore al seno

Un nuovo test genetico potrebbe indicare quando sia davvero necessario ricorrere alla chemioterapia dopo un intervento per la rimozione del tumore al seno.

Si tratta di un nuovo test specifico di cui si è parlato durante la St.Gallen International Breast Cancer Conference in corso in Svizzera e che attualmente è già diffuso in Italia, ma non ancora rimborsabile dal Sistema sanitario nazionale.

Ricorrere al test potrebbe risparmiare il trattamento chemioterapico a circa un quarto delle donne malate di tumore al seno. Il nuovo test specifico si basa sui livelli di espressione di 21 geni e su un algoritmo che va ad elaborare le probabilità che il tumore si ripresenti o che possa causare metastasi nel resto del corpo entro i successivi 10 anni.

In base ai risultati si decide se sottoporre la donna alla chemioterapia: se il rischio che il tumore si ripresenti e che possano comparire le metastasi allora a chemioterapia non è necessaria. Attenzione però perché il test diagnostico funziona soprattutto per i tumori allo stadio iniziale che non hanno toccato i linfonodi ascellari: si tratta di casi in cui diventa più difficile stabilire una terapia dopo l’intervento chirurgico e il nuovo test diagnostico potrebbe risparmiare un trattamento non privo di pesanti effetti collaterali e magari inutile.

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Secondo i ricercatori il test diagnostico consente di individuare le donne che potrebbero trarre un reale beneficio da un trattamento chemioterapico. La chemioterapia infatti consiste nella somministrazione di farmaci che vanno a distruggere le cellule tumorali, ma che comportano effetti collaterali variabili e spesso non indifferenti (tra cui caduta dei capelli, nausea, vomito, affaticamento, ulcere etc.).

Tra l’altro un recente studio ha messo ha posto in dubbio l’efficacia della chemio sostenendo che a lungo andare potrebbe addirittura andare a proteggere le cellule tumorali rafforzando il cancro. Il nuovo test in ogni caso sarebbe davvero efficace visto che potrebbe aiutare gli oncologi a stabilire il piano terapeutico più adatto alla paziente e al suo caso specifico.  

Foto Thinkstock

 

 

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