Atrazina influisce sul sesso delle rane

di Redazione

L'atrazina, un erbicida molto diffuso ed utilizzato in agricoltura, provoca sulle rane maschio effetti sensibili sull'apparato riproduttivo, come la castrazione chimica o addirittura facendo loro cambiare sesso.

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I pesticidi e gli erbicidi sono spesso sul banco degli imputati per i problemi di salute che provocano. Ricercatori statunitensi hanno recentemente rilevato come l’atrazina, un erbicida molto diffuso ed utilizzato in agricoltura, provoca sulle rane maschio effetti sensibili sull’apparato riproduttivo come la castrazione chimica, addirittura facendo in alcuni casi cambiar loro sesso.
Sebbene in Italia ed in Europa sia proibita dall’inizio degli anni ’90, l’atrazina continua ad essere utilizzata in altre parti del mondo. Negli Stati Uniti, dove è stato condotto lo studio, curato da ricercatori dell’Università di California a Berkeley, è ancora utilizzata, e di recente ne sono state trovate tracce nell’acqua potabile domestica.

Le rane utilizzate durante l’esperimento sono state esposte alla stessa quantità di erbicida che le autorità sanitarie statunitensi ritengono ammesse e non pericolose se trovate nell’acqua potabile.

Se in studi precedenti gli stessi ricercatori avevano rilevato come le rane maschio iniziavano a produrre uova nei testicoli, in quest’ultimo esperimento, apparso recentemente su Proceedings of the National Academy of Sciences, il 10% dei maschi di rana esposti all’atrazina ha cambiato letteralmente sesso, ed alcuni esemplari sono stati in grado di riprodursi e deporre le uova.

Tutti i restanti maschi analizzati risultavano avere bassi livelli di testosterone e di spermatozoi, il che li rendeva inabili alla riproduzione.

L’esperimento non da alcuna indicazione sugli effetti che tale quantità di atrazina può avere sull’uomo, ma contribuisce a sommarsi ad una corposa serie di studi che hanno già evidenziato un legame evidente tra atrazina e difetti alla nascita, basso peso corporeo del nascituro, parti prematuri e bassi livelli di spermatozoi.

Naturalmente lo studio non è passato inosservato da parte dei produttori della sostanza chimica, e la Syngenta Crop Protection, la principale azienda produttrice, sostiene che i loro studi in merito non hanno rilevato analoghi risultati sulle rane.

Diversa invece la posizione di uno dei gruppi ecologisti più importanti negli Stati Uniti, il Natural Resources Defense Council, che, dopo aver negli anni scorsi evidenziato come la presenza di atrazina nelle acque statunitensi si conferma in circa il 90% dei campioni analizzati, insistono che, come accaduto in Europa, anche gli Stati Uniti vietino l’utilizzo del prodotto, almeno in funzione precauzionale.

Fonte USAToday

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