Antigene prostatico specifico: livelli elevati non sempre rivelano un tumore alla prostata

di Redazione

La presenza di alti livelli di PSA non è per forza sempre legata alla presenza di forme tumorali alla prostata, ma può anche essere legato alla presenza di un ormone specifico.

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In tempi recenti il controllo dei livelli di PSA, l’antigene prostatico specifico, si è diffuso enormemente come uno dei segni rivelatori più importanti per il tumore alla prostata. Alcuni ricercatori statunitensi della Wake Forest University School of Medicine, Università del Wisconsin-Madison, hanno però scoperto che la presenza di alti livelli di PSA non è per forza sempre legata alla presenza di forme tumorali alla prostata, ma può anche essere legato alla presenza di un ormone specifico.
Si tratta dell’ormone paratiroideo, prodotto dalle paratiroidi, quattro piccole ghiandole incorporate nella tiroide, che serve al corpo per regolare i livelli di calcio nel sangue, nonché a stimolare la crescita delle cellule della prostata in generale.

Nella ricerca, pubblicata su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, sono stati osservati i dati raccolti su un campione di 1273 uomini che al momento dello studio risultavano non avere alcuna infiammazione o problema medico alla prostata, e non erano stati sottoposti nel recente passato ad interventi di biopsia alla prostata.

Una volta presi in considerazione i dati relativi all’età, alla etnia ed alla condizione fisica (sovrappeso ed obesità), i ricercatori hanno trovato che più è alto il livello dell’ormone paratiroideo nel sangue, maggiore è il livello di PSA.

Dunque i ricercatori hanno scoperto che l’ormone paratiroideo può causare un aumento dei livelli dell’antigene prostatico specifico anche in uomini sani che non hanno il cancro alla prostata.

Questo potrebbe essere di grande aiuto in futuro per migliorare l’interpretazione dei dati forniti dal livello di PSA nel sangue.

Il problema infatti è che il largo uso dello screening per il PSA per individuare il tumore alla prostata ha contribuito in questi anni ad una maggior diffusione della biopsia, che talvolta ha permesso di scoprire forme tumorali anche di ridottissime dimensioni ed innocue dal punto di vista della salute.

Questi piccoli tumori infatti, clinicamente insignificanti, probabilmente non provocherebbero alcun danno per il paziente nel restante periodo di vita. Una volta scoperti però generalmente causano il ricorso ad un trattamento medico, le cui conseguenze sono quelle di sottoporre il paziente ad un intervento i cui effetti collaterali possono anche essere di una certa gravità come l’incontinenza o l’impotenza.

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