Il rapporto tra radiazioni ionizzanti e cancro

di Redazione

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Fino al 10% delle neoplasie maligne sono legate all’esposizione alle radiazioni, che comprendono sia quelle ionizzanti e che non ionizzanti. Inoltre, la maggior parte dei tumori non maligni della pelle, sono causati da radiazioni non ionizzanti nello spettro dell’ultravioletto.

Tra le principali fonti di radiazioni ionizzanti vi sono l’imaging biomedico e il gas di radon. Le radiazioni ionizzanti possono provocare il cancro in molte parti del corpo, in tutti gli animali ed a qualsiasi età, anche solitamente i tumori solidi indotti dalle radiazioni si sviluppano intorno ai 10-15 anni e possono richiedere fino a 40 anni per diventare clinicamente manifesti, mentre, le leucemie richiedono dai 2 ai 10 anni per apparire.I bambini e gli adolescenti hanno il doppio delle probabilità di sviluppare leucemia indotta da radiazioni rispetto gli adulti. L’esposizione alle radiazioni prima della nascita aumenta di dieci volte l’effetto.Le radiazioni ionizzanti non sono un mutageno particolarmente fortel’esposizione residenziale al gas radon, per esempio, ha i rischi di cancro simili a quelli del fumo passivo.Basse dosi di esposizioni, come vivere vicino a una centrale nucleare, si ritiene che abbiano un effetto basso o nullo sullo sviluppo di neoplasie.Le radiazioni sono una fonte più potente di cancro quando sono combinate con altri agenti cancerogeni, come nel caso dell’esposizione al gas radon insieme al tabagismo.

A differenza delle sostanze chimiche, le radiazioni ionizzanti colpiscono le molecole all’interno delle cellule in modo casuale. Se capita di trovare un cromosoma, esso può rompersi, portando ad un numero anormale, alla disattivazione di uno o più geni nella parte del cromosoma colpita, all’eliminazione di parti della sequenza di DNA, alla traslocazioni cromosomica o possono causare altri tipi di anomalie cromosomiche.Il danno maggiore porta normalmente alla morte cellulare, ma danni più piccoli possono far sopravvivere la cellula che, mutata, può essere in grado di proliferare e svilupparsi in neoplasia, soprattutto se geni soppressori sono stati danneggiati dalla radiazione.Tre fasi indipendenti sembrano essere coinvolte nella nascita di una neoplasia per causa delle radiazioni ionizzanti: cambiamenti morfologici alla cellula, acquisizione dell’immortalità cellulare e sviluppo di adattamenti che favoriscono la formazione di un tumore.Anche se la particella di radiazioni non colpisce direttamente il DNA, si innesca una risposta da cellule che indirettamente aumenta la probabilità di mutazioni.

L’uso medico delle radiazioni ionizzanti è una fonte crescente di tumori indotti dalle radiazioni. Le radiazione ionizzanti possono essere anche utilizzato per trattare i tumori stessi (radioterapia), ma questo può, in alcuni casi, indurre ad un tumore secondario.Inoltre, le radiazioni ionizzanti sono utilizzate in alcune tecniche di imaging biomedico. Un rapporto stima che circa 29.000 tumori potrebbero essere legati alle circa 70 milioni di TAC eseguite negli Stati Uniti in un anno.Si stima che il 0,4% dei casi di cancro sviluppato nel 2007 negli Stati Uniti siano dovute a TAC eseguite in passato e che questo dato possa aumentare fino a raggiungere il 1,5-2%.

L’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti provenienti dal sole può portare allo sviluppo di melanoma e tumori maligni della pelle.Prove evidenti stabiliscono che le radiazioni ultraviolette siano la causa della maggior parte dei tumori della pelle non-melanomi, che sono le forme più comuni di cancro in tutto il mondo.

Altre radiazioni non ionizzanti, come le frequenze radio utilizzate dai telefoni cellulari, la trasmissione di energia elettrica, e altre fonti simili sono ritenute come un possibili agenti cancerogeni dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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