Aneurisma cerebrale, cos’è e quanto è pericoloso

di Redazione

La diagnosi di aneurisma cerebrale indica la presenza di un punto debole o sottile in uno dei vasi sanguigni presenti nel cervello. Questo, come nel caso dell’aneurisma cardiaco può gonfiarsi come un palloncino per la pressione del sangue (che lo riempie). Le conseguenze possono essere diverse: la pressione di tale rigonfiamento sui tessuti nervosi circostanti con sintomi vari a seconda dei casi, oppure addirittura la sua rottura con il risultato di una grave emorragia cerebrale che può essere anche fatale.

aneurisma cerebrale


Aneurisma cerebrale, sintomi

I sintomi premonitori di un aneurisma cerebrale purtroppo non sono quasi mai presenti. Se non è rotto, molto dipenderà dalle sue dimensioni e dalla velocità di crescita. Ovvero: un piccolo aneurisma, magari congenito, che non aumenta di volume e non preme su tessuti vicini sarà probabilmente sempre asintomatico, mentre uno molto grande potrà provocare mal di testa, più o meno costante, senso di intorpidimento, insensibilità di alcune parti del volto o disturbi visivi. Quando invece si rompe, si può avvertire un improvviso mal di testa, vomito e perdita di coscienza. In caso di questi sintomi è opportuno recarsi quanto prima in un pronto soccorso.

Si può curare un aneurisma al cervello?

Quando l’aneurisma non è rotto, è consigliato avviare delle cure in caso di grande dimensione o se provoca sintomi di vario genere, invalidanti. L’intervento chirurgico (consistente nell’applicazione di una clip metallica alla base dell’aneurisma) mira ad evitare la sua rottura e dunque l’emorragia cerebrale. Chi non può essere sottoposto a tale operazione può giovarsi di un’altra tecnica che prevede l’inserimento di un catetere da un’arteria nell’inguine per farlo arrivare fino all’aneurisma, con lo scopo di inserire delle fascette metalliche all’interno del vaso con aneurisma, sempre per evitarne la rottura ed altre pericolose conseguenze. In caso di aneurisma rotto il trattamento è obbligatorio e serve per fermare l’emorragia, la pressione del sangue nel cervello e ripristinare quelle funzioni che possono essere andate in difficoltà.

Conseguenze e prognosi

Quanto è pericoloso un aneurisma cerebrale rotto? La prognosi, ovvero la possibilità di salvezza di chi ne è colpito dipende da molti fattori: dalla sua posizione, dall’entità dell’emorragia, dal rischio di un nuovo aneurisma, dall’età e dalle condizioni generali di salute del paziente e soprattutto dal tempo intercorso tra la rottura del vaso sanguigno e l’inizio delle cure mediche. La rottura di un aneurisma cerebrale può portare infatti a morte, ad un ictus emorragico, ad un vasospasmo (che provoca uno scarso afflusso di sangue al cervello), idrocefalo, coma, danni cerebrali di breve durata o permanenti, di varia gravità. In caso di una prognosi favorevole il recupero del paziente può richiedere settimane o mesi di terapia. Per tali motivi la diagnosi precoce e le cure immediate sono fondamentali.

La ricerca scientifica

Numerose sono le ricerche scientifiche in corso al riguardo, sia di base che su aspetti clinici. Di particolare interesse lo studio della genetica degli aneurismi intracranici, in relazione alla familiarità ( e dunque predisposizione a svilupparli) e quelli che riguardano nuove tecniche di microchirurgia sia per gli aneurismi rotti che per quelli ancora sani.

 

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Fonte: NIH National Institute of Neurological Disorders and Stroke

 

Foto: Thinkstock

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