In italia, la pianta del dattero viene utilizzata come pianta ornamentale e non come pianta da frutto e può arrivare fino a 30 metri di altezza

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Oggi vogliamo parlare delle proprietà di un frutto un po’ particolare che non spesso è presente sulle nostre tavole, come potrebbero essere la pesca, il pompelmo, l’ananas, il lampone o l’albicocca, del dattero.
Il dattero fa parte della famiglia delle Arecaceae o Palmaceae, (come la noce di cocco) ed è originario del Nord Africa.
In italia, la pianta del dattero viene utilizzata come pianta ornamentale e non come pianta da frutto e può arrivare fino a 30 metri di altezza.
In particolar modo si consumano i datteri secchi, che si possono conservare anche per un lungo periodo e sono composto da una percentuale variabile di acqua, che va dal 20 al 50 per cento del frutto, una grande concentrazione di zucchero, proteine, fibre alimentari e pochi grassi.



I minerali presenti nel dattero non sono in elevata quantità, ma ci sono potassio, magnesio, selenio, fosforo, sodio e calcio, ma anche piccole quantità di manganese, ferro, zinco e rame.
Vi è però una buona percentuale di vitamine che va dalla vitamina A, alle vitamine B1, B2, B3, B5, B6, vitamine K e J.
Ci sono però molti zuccheri che sono suddivisi in maltosio, saccarosio, destrosio e fruttosio.
Sono presenti anche diversi amminoacidi come l’acido glutammico, l’acido aspartico, la leucina, la lisina, la glicina, l’arginina, l’alanina, la serina e la valina.
I datteri hanno proprietà antinfiammatorie, in particolar modo per l’apparato respiratorio, ma se consumati freschi, sono un’ottima fonte di energia, grazie alla presenza di zuccheri semplici e del potassio (come avviene anche per la banana) e sono anche in grado di riequilibrare i liquidi nell’organismo e combattere i problemi cardiovascolari.

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