La depressione rende peggiore il dolore fisico

di Redazione

La depressione accentua il senso di dolore, agendo sulle funzioni che controllano l'emotività nel cervello.

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Un equipe di ricercatori britannici ha osservato, in uno studio di recente pubblicato su Biological Psychiatry, che essere depressi può rendere un dolore fisico peggiore.
Due scuole di pensiero diverse attribuiscono all’associazione tra dolore e depressione due modalità diverse di manifestarsi, per alcuni il dolore risiede principalmente nel cervello, per altri invece il dolore è una sensazione del tutto fisica.
Per capire come il dolore e la depressione potrebbe interagire ed intersecarsi, il team di ricercatori della University of Oxford ha utilizzato l’imaging della materia cerebrale per valutare in che modo il cervello reagisce ad un dolore quando la persona viene indotta a provare emozioni tristi.

Ciò perchè l’umore depresso sembra incidere sui circuiti nervosi del cervello dove risiedono i centri emotivi, con la conseguenza che il dolore viene percepito in maniera più forte.

Quando le persone sottoposte allo studio sono state sottoposte a pensieri negativi ed a musiche deprimenti, i ricercatori hanno osservato che il cervello processava il dolore in modo più emotivo, il che porta ad una percezione di questo più forte e sgradevole.

La squadra di ricercatori ha teorizzato dunque che la capacità di controllare le emozioni negative legate al dolore vanno in corto circuito in presenza di sintomi depressivi, provocando una maggiore percezione del dolore.

In altre parole, la depressione può non solo essere una conseguenza di uno stato di sofferenza, ma potrebbe anche esacerbare il senso di dolore e renderlo peggiore rispetto invece a quanto accade in persone che non presentano segni di depressione.

La ricerca suggerisce dunque che l’umore depresso spinge il cervello ad adattarsi con meno efficacia al dolore, un meccanismo che potrebbe essere il bersaglio di future applicazioni terapeutiche con farmaci e psicoterapia.

Questa linea di ricerca potrebbe anche essere utile per studiare l’associazione evidente tra depressione e dolore cronico che affligge milioni di persone.

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