Un gel per curare la paralisi

di Emma

Un componente biodegradabile e un nuovo gel per riparare i nervi recisi o danneggiati. Lo studio israeliano.

 

gelUn gel e un impianto biodegradabile potrebbero rendere la paralisi un processo reversibile.

A mettere a punto il nuovo trattamento è stato un gruppo di scienziati israeliani dell’Università di Tel Aviv (TAU) che ha ideato un nuovo impianto biodegradabile riscontrando che in azione con gel stimolante favorisce la riparazione dei nervi periferici danneggiati o recisi. 

 

 

Come agisce esattamente il trattamento? Praticamente si basa sul fatto di considerare un nervo reciso o danneggiato come un cavo elettrico: proprio come un cavo elettrico reciso, un nervo può interrompere le comunicazioni con il sistema nervoso perdendo ogni sua funzionalità.

Il nuovo trattamento può riconnettere il nervo grazie a un tubicino biodegradabile che unisce semplicemente le due estremità danneggiate del nervo operando una vera e propria riparazione.

Oltre al tubicino per riconnettere il nervo è poi necessario agire con l’apposito gel, il GRG (Guiding Regeneration Gel) che, posto all’interno del tubicino stimola la ricrescita delle fibre nervose. 

Gli scienziati spiegano che il trattamento risulta efficace grazie alle proprietà del gel GRG che contiene antiossidanti (che svolgono un’attività antiossidante e protettrice), i peptidi creati in laboratorio (che favoriscono la condizioni di ricreare le fibre nervose) e  acido ialuronico (che svolge un ruolo preventivo, contro l’eventuale essiccazione dell’impianto).

 FRUTTA E VERDURA PROTEGGONO DALLA SLA

Per il momento lo studio è stato portato avanti con l’intento di trattare in particolare le paralisi, ma non si esclude che la scoperta rivoluzionaria possa essere anche applicata per il trattamento di patologie invalidanti causata dalla degenerazione della fibra nervosa (tra cui il morbo di Parkinson).

Si tratta di un trattamento del tutto rivoluzionario che al momento è stato testato solo su modelli animali. Il trattamento si è dimostrato efficace anche nei casi più gravi e questo lascia ben sperare sulle future sperimentazioni: a breve prenderanno il via nuovi studi per per capire se la procedura possa essere efficacemente applicata anche agli esseri umani. 

 

 

 

 

Foto Thinkstock

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