Il glaucoma come malattia neurodegenerativa

di Redazione

Molte anomalie nello svluppo del glaucoma hanno fatto si che i medici cercassero una risposta più adeguata al perchè si sviluppa, ed una delle possibili risposte è che esso abbia dei tratti in comune con altre malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzhimer o il Morbo di Parkinson.

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Per anni, il glaucoma è stato associato ad un aumento della pressione sanguigna nel bulbo oculare, ma ciò ha sempre lasciato perplessi buona parte degli scienziati, soprattutto a causa del fatto che in molte persone una elevata pressione intraoculare non forzatamente portava a sviluppare il glaucoma. Oltre a ciò, una persona su tre risulta contrarre il glaucoma anche con pressione oculare normale o addirittura bassa.
Queste anomalie hanno fatto si che i medici cercassero una risposta più adeguata al perchè si sviluppa il glaucoma ed una delle possibili risposte è che esso abbia dei tratti in comune con altre malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer o il Morbo di Parkinson.

Tutte e tre queste malattie infatti comportano la perdita selettiva della funzionalità di alcuni gruppi di neuroni, l’alzheimer colpisce i centri della memoria, il parkinson i centri di controllo motori, ed il glaucoma la vista.

D’altronde oggigiorno anche la definizione stessa del male è cambiata rispetto al passato, se un tempo infatti si teneva in considerazione il livello della pressione sanguigna, oggi sono sufficienti due caratteristiche per diagnosticare il glaucoma: il danno evidente al nervo ottico, e la perdita di visione laterale.

La pressione sanguigna, da principio diagnostico del male, è stata riconsiderata come fattore di rischio, di importanza sempre notevole ma non più significativo come un tempo, sebbene, ancora oggi, le cure del glaucoma si orientano soprattutto sul controllo della pressione sanguigna intraoculare come uno dei sistemi per limitare il progredire del male.

Quello che oggi risulta più chiaro che in passato è il processo evolutivo del male: il glaucoma inizia con la lesione del nervo ottico che fuoriesce dal bulbo oculare,.dopo le cellule nervose della retina vengono quindi interessati gli assoni che portano le informazioni al cervello, e ciò determina un cambiamento decisivo anche nelle cellule della corteccia cerebrale dei centri visivi del cervello.

Tale fenomeno, noto con il nome di degenerazione transinaptica, è comune al glaucoma così come alle altre malattie neurodegenerative.

Gli esperti non sono ancora in grado di capire cosa scatena il primo danno alle cellule nervose della retina, se sia quindi un effetto della elevata pressione oppure un malfunzionamento di una particolare struttura del nervo ottico, la lamina cribosa, causato da brusche variazioni della pressione che arrivano a lesionare il nervo, oppure ancora quando la pressione all’interno dell’occhio è elevata e la pressione arteriosa sistemica è bassa e la mancanza di un adeguato flusso di sangue può danneggiare il nervo ottico ed i tessuti circostanti.

Una cosa però che si comincia ad intuire è che per la cura del glaucoma, oltre al controllo della pressione oculare, potrebbero essere messe in campo le stesse strategie in uso per le altre malattie neurodegenerative, in particolare alcuni farmaci che sono stati testati con successo nel caso dell’alzheimer e del Morbo di Lou Gehrig, o sclerosi laterale amiotrofica.

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