Fumare marijuana durante l’adolescenza riduce il QI

di Redazione

I ricercatori della Duke University, una tra le più prestigiose università private degli Stati Uniti d'America, sarebbero riusciti a dimostrarlo accuratamente analizzando, per quasi 40 anni, l'evoluzione, piuttosto che il declino, cerebrale di ben 1.000 persone, tutte di origini neozelandesi, nate tra il 1972 ed il 1973.

Fumare marijuana durante l'adolescenza riduce il QI

Fumare marijuana non è indolore e, se solamente poche settimane fa sarebbe stato reso noto, grazie ad un importante studio scientifico, che l’effetto di un singolo spinello sui polmoni sarebbe equivalente a quello di ben 20 sigarette, oggi giunge, direttamente dagli Stati Uniti d’America, una notizia che, se possibile, potremmo considerare ancor più sconvolgente.

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Cominciare a consumare abitualmente e regolarmente marijuana sin dalla più giovane età possibile, in particolar modo prima dei 18 anni di età, contribuirebbe alla riduzione del quoziente intellettivo di ben 8 punti nonché, purtroppo, alla definitiva compromissione di alcune tra le più importati funzioni cognitive quali la concentrazione e la memoria.

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I ricercatori della Duke University, una tra le più prestigiose università private degli Stati Uniti d’America, sarebbero riusciti a dimostrarlo accuratamente analizzando, per quasi 40 anni, l’evoluzione, piuttosto che il declino, cerebrale di ben 1.000 persone, tutte di origini neozelandesi, nate tra il 1972 ed il 1973.

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Di questi, come rivelato dalla prestigiosa rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, addirittura il 5% sarebbe stato giudicato dipendente dalla marijuana sin dai primi anni dell’adolescenza e, come definitivamente appurato dagli esperti della Duke University, moltissimi di questi non solamente avrebbero compromesso le proprie funzioni cognitive, piuttosto che la propria intelligenza bensì, purtroppo, lo avrebbero fatto in modo così profondo e radicato da non riuscire, nemmeno dopo molti anni dall’aver smesso di consumare marijuana, a colmare le lacune accumulate già prima dei 18 anni di età.

Queste le dichiarazioni di Madeline Meier, a capo del programma di ricerca oggi alla nostra attenzione, sul delicato argomento: “La marijuana non è innocua, in particolare per gli adolescenti.  La perdita di otto punti di QI può far scivolare una persona nella classifica della popolazione data dai test di intelligenza dal 50esimo percentile al 29mo. Un bel tonfo, anche considerando che un quoziente d’intelligenza più alto è correlato a una maggiore istruzione, a un reddito più elevato e a maggiore benessere psicofisico”.

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