Anche in stato vegetativo le persone possono imparare

di Redazione

Anche le persone in stato vegetativo sembrano avere qualche facoltà di imparare dagli stimoli, almeno secondo un recente studio realizzato da ricercatori dell'Università di Cambridge che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Nature Neuroscience.

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Anche le persone in stato vegetativo sembrano avere qualche facoltà di imparare dagli stimoli, almeno secondo un recente studio realizzato da ricercatori dell’Università di Cambridge che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Nature Neuroscience.
La ricerca si è basata sul tradizionale esperimento di Pavlov, ovvero l’induzione di uno stimolo, in questo caso un rumore ed un soffio d’aria nell’occhio, e la registrazione delle reazioni a questo.
L’esperimento è stato condotto su persone in stato di incoscienza e che non risultavano avere alcuna reazione se sottoposti ad altri test.

Ai 22 pazienti arruolati sono stati somministrati una serie di ripetuti soffi d’aria, 70, per 25 minuti.

Applicando degli elettrodi ai muscoli oculari, i ricercatori hanno scoperto che alcuni dei pazienti tendevano ad anticipare lo sbuffo d’aria con contrazioni dell’occhio, dimostrando che, seppure ad uno stadio decisamente elementare essi sono in grado di apprendere dall’esperienza, così come il cane di Pavlov inizia il processo di salivazione quando sente un suono che lui ha imparato ad associare all’arrivo del cibo.

Praticando lo stesso esperimento in persone in anestesia totale, i ricercatori hanno scoperto che invece questo fenomeno non si verificava.

Ciò implica che le persone in uno stato di totale incoscienza non sono in grado di reagire ad un’esperienza, mentre quelle che solo apparentemente sono incoscienti potrebbero invece essere in grado di imparare da questa.

Secondo il Dottor Bekinschtein, che ha condotto lo studio, la ricerca ha anche evidenziato che coloro che erano in grado di anticipare lo stimolo erano compresi nel gruppo che in seguito avrebbe dimostrato maggiori segni di ripresa.

Ciò potrebbe significare, qualora il test fosse ulteriormente raffinato e verificato da ricerche più ampie, che si può conoscere con qualche margine di certezza chi potrebbe risollevarsi dalla sua condizione di apparentemente totale incoscienza.

Anche se, come afferma un esperto di neuroscienze comportamentali dell’Università di Londra, il professor Christopher Yeo, se coloro che risultano non imparare dagli stimoli sono anche quelli che non mostrano segni di ripresa, tra coloro invece che manifestano segni di apprendimento possono esserci sia pazienti che in seguito mostreranno miglioramento e pazienti che invece non lo mostreranno affatto.

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