Sintomi rosolia

di Redazione

I sintomi della rosolia includono febbre leggera, l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche, specialmente quelle poste dietro all'orecchio e nella parte posteriore della testa, ed un'eruzione cutanea che inizia sul viso e poi si diffonde su collo torace ed in seguito sul reso del corpo.

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Il virus della rosolia ( un rubivirus, della famiglia dei Togaviridae) si contrae attraverso la secrezione di minuscole goccioline che contengono il virus da parte dell’apparato respiratorio di una persona infetta, quando questa tossisce o starnutisce, o anche semplicemente quando parla. È possibile infettarsi anche semplicemente toccando una superficie contaminata o cibo e bevande contagiate e poi toccandosi gli occhi il naso o la bocca prima di aver lavato le mani.
Meno comunemente, il virus si può trasmettere attraverso il sangue infetto, per esempio venendo a contatto con ferite o ulcere.

I sintomi della rosolia includono febbre leggera, l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, specialmente quelle poste dietro all’orecchio e nella parte posteriore della testa, ed un’eruzione cutanea che inizia sul viso e poi si diffonde su collo torace ed in seguito sul reso del corpo.

Nei bambini più grandi si possono verificare altre espressioni sintomatiche come febbre elevata, mal di gola e dolori muscolari e la rosolia può anche non manifestare eruzione cutanea.

La rosolia è contagiosa già 5 o 7 giorni prima che appaiano le manifestazioni sintomatiche, e lo resta nei primi 3 o 4 giorni successivi.

Il periodo di incubazione dal momento in cui si è contratto il virus è di 14 -21 giorni.

Sebbene alcune persone infettate non abbiano sintomi, in tutti i casi esse possono diffondere la malattia.

In generale, il decorso della rosolia è benigno, e non provoca problemi a lungo termine. Solo nel caso delle donne in gravidanza essa è estremamente pericolosa, perchè si può trasmettere la malattia al feto.

Questa, denominata sindrome da rosolia congenita , può provocare sia l’aborto che il parto prematuro di feto morto, oppure, se il bambino nasce, può essere colpito, nel primo anno di vita ma anche in seguito per via di malformazioni congenite agli organi, da problemi agli occhi ed all’udito, retinopatie, da malattie cardiache e da altri disturbi come ittero, ritardo nello sviluppo, meningoencefaliti.

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