La FIV aumenta il rischio di cancro al seno

di Redazione

Eppure, per lo meno a nostro personalissimo avviso, dovrebbe prestare la massima attenzione, nel compiere la propria scelta, poiché qualsiasi decisione potrebbe nuocere sia al futuro bambino sia alla madre condannando entrambi, purtroppo, ad una vita di sofferenze.

La FIV aumenta il rischio di cancro al seno

Una donna che ardentemente desiderasse diventare madre, ma che, purtroppo, non potrebbe esserlo naturalmente, sarebbe probabilmente disposta, nel caso in cui il proprio desiderio sia veramente vivo e profondamente sentito, a tentare qualsiasi strada possibile pur di raggiungere il proprio obiettivo.

TUMORE AL POLMONE COLPISCE SEMPRE PIU’ DONNE

Eppure, per lo meno a nostro personalissimo avviso, dovrebbe prestare la massima attenzione, nel compiere la propria scelta, poiché qualsiasi decisione potrebbe nuocere sia al futuro bambino sia alla madre condannando entrambi, purtroppo, ad una vita di sofferenze.

CANCRO AL SENO LEGATO A VARIAZIONE GENETICA

Se, infatti, solamente poche settimane fa affermavamo, senza tema di smentita e sostenuti, nelle nostre opinioni, dai numerosi dati scientifici provenienti da tutto il mondo, come la fecondazione assistita potrebbe far aumentare, sin quasi al 10%, la possibilità che il nascituro presenti una qualsiasi malformazione congenita (che in taluni casi potrebbe manifestarsi non già alla nascita bensì entro i successivi 5 anni di vita del bambino), saremmo oggi costretti a comunicare a tutte le nostre fedeli lettrici come la fecondazione in vitro, specialmente nelle donne fertili di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, possa aumentare il rischio di cancro al seno del 56%.

OLIO DI OLIVA PREVIENE I TUMORI AL SENO

A dimostrarlo, grazie ad uno specifico programma di ricerca della durata di quasi 20 anni (ovverosia dagli inizi del 1983 alla fine del 2002), un team di esperti ricercatori dell’University of Western Australia che, dopo aver a lungo ed accuratamente analizzato le cartelle cliniche di quasi 22.000 donne sottoposte a trattamento ciclico di fecondazione in vitro nella speranza di procreare, avrebbero avuto modo di appurare come la  maggior esposizione agli estrogeni, necessaria e fondamentale per il processo di fecondazione in vitro, esporrebbe le pazienti ad un maggior rischio di sviluppare un qualsiasi tumore estrogeno-dipendente e, in particolar modo, un qualsiasi cancro del seno.

I ricercatori, che avrebbero pubblicato le proprie scoperte sulla rivista scientifica Fertility and Sterility, avrebbero comunque inteso rassicurare i lettori di tutto il mondo sostenendo come, nonostante il rischio di cancro al seno, in seguito a fecondazione in vitro, aumenti di più del 50%, solamente il 2% delle oltre 22.000 pazienti prese in analisi avrebbe, per lo meno negli anni compresi sino al 2002, effettivamente sviluppato un tumore della mammella.

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