Individuato il gene MaoA della felicità

di Redazione

Si chiama MaoA, ovverosia monoamino ossidasi A, e sarebbe stato recentemente descritto, da un team di ricercatori dell'Università della Florida del Sud e dei National Institutes of Health, quale il vero e proprio gene della felicità.

Individuato il gene MaoA della felicità

Si chiama MaoA, ovverosia monoamino ossidasi A, e sarebbe stato recentemente descritto, da un team di ricercatori dell’Università della Florida del Sud e dei National Institutes of Health, quale il vero e proprio gene della felicità.

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Peccato, purtroppo, che tale gene funzioni solamente nelle donne mentre, negli uomini, sia del tutto inefficace.

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In particolar modo, stando a quanto dichiarato dalla prestigiosa rivista scientifica Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry, al termine del programma i ricerca oggi alla nostra attenzione, durante il quale un gran numero di volontari, sia uomini che donne, sarebbero stati sottoposti ad un approfonditissimo questionario, gli esperti statunitensi avrebbero avuto modo di appurare il corretto e reale funzionamento di MaoA.

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Quest’ultimo, legandosi ad un particolare enzima, sarebbe in grado di controllare i neurotrasmettitori cerebrali sensibili alla serotonina ed alla dopamina regolandone i livelli in ogni istante presenti nell’organismo e, di conseguenza, incidendo direttamente sull’umore.

A più alti livelli di MaoA, in particolare, equivarrebbero minori livelli di serotonina e dopamina mentre, al contrario, a più bassi livelli del gene della felicità equivarrebbero più alti livelli di serotonina e dopamina.

Questa meccanismo, come poc’anzi anticipato, non funzionerebbe però, per motivi ancora oggi del tutto ignoti, negli uomini.

Inoltre, sebbene ancora non sia stato dimostrato definitivamente, MaoA potrebbe in realtà venir considerato il gene delle emozioni giacché la propria azione, coinvolgendo i neurotrasmettitori cerebrali sensibili agli ormoni ed alle molecole dell’umore, potrebbe andare direttamente ad incidere, positivamente piuttosto che negativamente, non solamente sulla felicità bensì anche, e soprattutto, sull’ansia, sulla depressione e, più in generale, sugli sbalzi d’umore.

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