In Italia ci sono all'incirca più di 50 smart shop, che tradotto letteralmente vuol dire negozio furbo, che vendono sostanze illegali mascherate da sostanze naturali

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In Italia ci sono all’incirca più di 50 smart shop, che tradotto letteralmente vuol dire negozio furbo, che vendono sostanze illegali mascherate da sostanze naturali.
La clientela è molto variegata, ma soprattutto è composta da studenti universitari e le sostanze reperibili all’interno sono soprattutto prodotti di origine naturale che si trovano anche nelle normali erboristerie.
Ad esempio si trovano bevande energizzanti a base di guaranà, caffeina, echinea, ginseng o ginko biloba che permettono di mantenere la concentrazione o controllare il peso al posto di anfetamine o dell’efedrina che sono sostanze illegali e molto pericolose.



Il problema però qual’è? E’ che questi negozi, che si definiscono una valida alternativa alle erboristerie convenzionali, in realtà nascondo un mondo fatto di illegalità e di vendite sottobanco di prodotti che naturali non sono.

Infatti i principi attivi come ad esempio la cannabis, vengono mascherati da prodotti innocui come profumatori per ambienti o incensi ma in realtà possono avere utilizzi ben diversi.

Le smart drugs infatti sono le droghe furbe, ossia quelle droghe che aggirano le barriere della legislazione vigente anche perchè poco conosciute ma che hanno dei principi attivi molto pericolosi.
Generalmente i gestori forniscono delle indicazioni sull’utilizzo e sulle precauzioni da tenere ma è meglio informarsi in maniera più approfondita e da fonti che non sono coinvolte in questo tipo di attività. Sugli scaffali ad esempio si trovano dei prodotti etnobotanici che all’apparenza sembrano innocui ma in realtà sono dei potenti allucinogeni, oppure il popper, che è illegale, viene venduto sotto mentite spoglie e col nome di blow e non contiene nitrito d’ammile ma nitrito cicloesilico per aggirare il divieto legislativo, ma ha le stesse caratteristiche.

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