Il succo di pompelmo migliora l’efficacia della chemioterapia

di Redazione

Ciò che ancora non si sapeva era che codesti alimenti potrebbero addirittura migliorare, in taluni particolari casi, la quantità e la qualità dei farmaci anti-cancro assunti dal paziente aumentandone la biodisponibilità e, di conseguenza, l'efficacia alle più basse dosi possibili.

Il succo di pompelmo migliora l'efficacia della chemioterapia

L’efficacia dei più differenti alimenti di origine vegetale nella prevenzione, nel trattamento e nella cura delle più differenti patologie tumorali è ormai cosa nota e risaputa tanto che, come ci si potrebbe legittimamente attendere, moltissime diete anti-cancro prevederebbero e consiglierebbero il consumo, quotidiano e costante, di grandi quantità di frutta e verdura.

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Ciò che ancora non si sapeva era che codesti alimenti potrebbero addirittura migliorare, in taluni particolari casi, la quantità e la qualità dei farmaci anti-cancro assunti dal paziente aumentandone la biodisponibilità e, di conseguenza, l’efficacia alle più basse dosi possibili.

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A dimostrarlo un team di ricercatori statunitensi, guidati dal professor Ezra Cohen dell’Università di Chicago, che negli scorsi mesi avrebbero somministrato, ad un gruppo di volontari malati di cancro allo stadio terminale, un potente farmaco anti-tumorale, ovverosia il sirolum, con o senza aggiunta di succo di pompelmo e con o senza aggiunta di ketoconazolo.

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Al termine delle sperimentazioni scientifiche, che nel 30% dei pazienti avrebbero permesso la stabilizzazione, per un lungo periodo di tempo, della malattia, gli esperti dell’università statunitense avrebbero avuto modo di appurare come l’efficacia del sirolum possa venir migliorata sia dal succo di pompelmo che dal ketoconazolo poiché, come recentemente verificato, codeste sostanze agirebbero sulla flora batterica e sugli enzimi intestinali andando ad inibire tutti quei microorganismi teoricamente responsabili della precoce degradazione del su indicato farmaco anti-tumorale.

Il succo di pompelmo, in particolar modo, non solo non sarebbero affatto tossico, a differenza del ketoconazolo, bensì anche, e soprattutto, consentirebbe ai pazienti di ridurre le dosi di sirolum settimanalmente assunte da oltre 90 mg (ovverosia ben al di sopra delle dosì solitamente consigliate che, nella maggior parte dei casi, non potrebbero superare i 45 mg alla settimana) a soli 30 mg con conseguenti benefici effetti sulla propria salute.

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