Proteina predice gli attacchi di cuore, ma non l’ictus

di Redazione

Alti livelli di proteina C-reattiva (CRP) nel sangue possono predire il rischio di attacchi cardiaci e decessi..

cuore

Alti livelli di proteina C-reattiva (CRP) nel sangue possono predire il rischio di attacchi cardiaci e decessi, ma non riescono a fare lo stesso per l’ictus.

E’ quanto hanno verificato in via sperimentale ricercatori della Columbia University Medical Center di New York City, che hanno pubblicato i risultati delle loro osservazioni sul numero corrente della rivista Neurology.
Lo studio ha coinvolto 2240 abitanti di New York, di età superiore ai 40 anni, che non avevano avuto in precedenza problemi di cuore.

All’inizio della ricerca ai pazienti sono stati controllati i livelli della proteina in questione nel sangue.


Per tutta la durata successiva dello studio, otto anni, i ricercatori hanno inoltre registrato tutti i casi di infarto ed ictus che si sono verificati tra i partecipanti.

Al follow up, dopo otto anni si sono verificati 198 ictus, 156 problemi legati al funzionamento del cuore e 586 decessi.


Le persone con livelli di CRP superiore a 3 milligrammi per litro di sangue sono risultati essere nel 70% dei casi più a rischio di attacco cardiaco, e del 55% più a rischio di decesso per problemi di cuore, rispetto a coloro il cui livello di CRP non superava o era inferiore ad 1 milligrammo per litro.
Dopo aver preso altri fattori di rischio in considerazione, gli autori dello studio hanno concluso che i livelli di CRP non influenzano invece il rischio di ictus.

I livelli della proteina C-reattiva nel sangue sono fortemente influenzati da fattori come attività fisica, consumo di alcool, tabacco e diabete. In generale dunque uno stile di vita salutare sembra essere altamente efficace per ridurre la presenza di queste proteine nel sangue, con conseguente riduzione del rischio di malattie cardiache.

Per quanto riguarda l’incapacità del marcatore di predire in egual misura il rischio di ictus, i ricercatori sostengono che ciò può essere causato dal fatto che la popolazione anziana presa in considerazione può avere tanti altri fattori di rischio che entrano in gioco, risultando quindi i livelli della proteina nel sangue poco significativi nel predire l’insorgenza di ictus.

Fonte HealtDay

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