Il lutto può causare l’infarto del miocardio

di Redazione

La correlazione tra infarto del miocardio e stress da lutto sarebbe stata dimostrata da un team di ricercatori di Harvard.

Che il dolore provato a causa della scomparsa di una persona cara potesse scatenare sentimenti così acuti da debilitare la psiche ed il fisico del soggetto, improvvisamente inappetente, insonne, depresso, era ormai cosa risaputa e, purtroppo, direttamente sperimentata da una moltitudine di individui.

CELLULE CARDIACHE DA CELLULE STAMINALI

Ciò che ancora non si era riusciti a comprendere, nonostante i sospetti al riguardo fossero dei più forti, era la ben più che probabile correlazione tra lutto ed infarto del miocardio, correlazione che, in seguito all’attenta analisi, da parte dei medici dell’Università di Harvard, della storia familiare dei moltissimi (sarebbero oltre 2.000) pazienti cardiopatici ricoverati presso la Harvard Medical School, sarebbe stata inconfutabilmente dimostrata.

ICTUS

Secondo i ricercatori della prestigiosa università statunitense, infatti, il rischio per le persone in lutto di contrarre una qualche malattia cardiopatica, in particolare di andare incontro ad infarto miocardico acuto, sarebbe ben 21 volte superiore al normale nei giorni immediatamente successivi alla tragedia.

L’ANSIA AUMENTA IL RISCHIO DI PROBLEMI CARDIACI

Nei giorni e nelle settimane seguenti, come ci si potrebbe aspettare, il rischio cala sensibilmente sino a toccare quota zero ma permane, comunque, per un lunghissimo periodo di tempo, superiore, in alcuni specifici casi, alle 4 settimane.

SENSIBILITA’ ALL’ANSIA E DEPRESSIONE

Inoltre, come se tutto ciò non bastasse ad aggiungere danno al danno, i medici autori del succitato studio avrebbero collateralmente scoperto, analizzando l’anamnesi dei pazienti più anziani e maggiormente sottoposti allo stress causato dal lutto per la dipartita di un parente o di un amico intimo, che la sindrome del cuore spezzato, così è stata immediatamente rinominata dai media questa patologia serissima, potrebbe accompagnarsi ad ictus, anche molto gravi, e ad importanti debilitazioni del sistema immunitario che lascerebbero il soggetto privi di qualsivoglia difesa.

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