I cibi fritti non causano danni al cuore

di Redazione

Via libera ai cibi fritti nell'olio d'oliva. Non causerebbero alcun danno cardiocircolatorio.

Chiunque di noi abbia sempre creduto, medici di medicina generale, dietologi, nutrizionisti e cardiologi compresi, che le fritture, specialmente se realizzate con l’ausilio di abbondante olio di oliva extravergine, potessero seriamente danneggiare il corpo umano, irrimediabilmente compromettendo il generale stato di salute del sistema cardiocircolatorio, dovrà oggi ricredersi.

INDIVIDUATA LA CAUSA DELL’ATEROSCLEROSI

L’eminente rivista scientifica British Medical Journal, settimanalmente stampata dalla British Medical Association, avrebbe infatti stamane pubblicato un’interessantissima ricerca, ad opera dei medici dell’Università Autonoma di Madrid (uno dei più prestigiosi istituti di ricerca e cura del Mediterraneo), secondo la quale l’uso dell’olio d’oliva extravergine per la preparazione delle più differenti fritture, così come degli oli derivanti dai più svariati semi, non possa in alcun modo possibile venir correlato all’insorgenza di alcuna patologia cardiocircolatoria.

CRISI ECONOMICA E AUMENTO DELLE PATOLOGIE CARDIACHE

Lo studio del quale vi stiamo oggi parlando, nello specifico, avrebbe preso in considerazione i risultati dei test e dei questionari psicofisici, riguardanti in particolar modo soprattutto lo stile di vita, la propensione all’attività fisica e le abitudini alimentari dei soggetti coinvolti, sottoposti ad un variegato gruppo di volontari, di età compresa tra i 29 ed i 69 anni alla partenza del succitato follow-up.

IL BUON UMORE AIUTA IL CUORE

Grazie a questa approfondita indagine, la cui durata sarebbe stata superiore agli 11 anni, i medici spagnoli autori della ricerca oggi sottoposta alla vostra attenzione sarebbero riusciti a dimostrare, inconfutabilmente, come l’insorgenza, all’interno del gruppo preso in considerazione, delle più svariate patologie cardiocircolatorie (ben 1.1134 sarebbero stati i decessi ad esse direttamente correlabili) non possa assolutamente venir attribuita al consumo, più o meno marcato, di olio extravergine di oliva fritto.

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